Il Movimento dei Pastori Sardi ha bloccato ieri 13 agosto, gli ingressi all’aeroporto di Olbia. Un corteo di circa mille manifestanti, dopo un’assemblea, ha raggiunto a piedi lo scalo e si e’ diviso in due tronconi. Una parte blocca l’accesso allo scalo dei voli di linea, l’altro impedisce l’ingresso all’aviazione generale, il fiore all’occhiello del “Costa Smeralda” che, in questo periodo, e’ punto di approdo per i tanti vip e nababbi diretti a Porto Cervo e dintorni a bordo di jet privati. Nel corso del presidio all’aviazione generale ci sono stati momenti di tensione. Tra le “vittime” dell’inziativa di protesta anche una principessa araba, alla quale e’ stato impedito l’ingresso nonostante i reiterati tentativi di mediazione delle forze dell’ordine. Il clima di tensione ha coinvolto anche il leader del movimento indipendentista Sardigna Natzione, Bustianu Cumpostu, presente tra i manifestanti. Cumpostu stava cercando di dialogare con una donna, alla quale i manifestanti impedivano di lasciare l’aviazione generale. Tra i due e’ scoppiato un diverbio. La donna ha dapprima sottratto al leader indipendentista la macchina fotografica e, al tentativo di questi di riprendersela, ha reagito rifilandogli un sonoro schiaffone.
Il Movimento, che nelle scorse settimane aveva bloccato l’aeroporto di Cagliari-Elmas e la statale Carlo Felice chiede alla Regione urgenti di misure di sostegno per un settore in profonda crisi. Infatti l’agricoltura e la pastorizia in Sardegna, come tutti i settori imprenditoriali, soffrono a causa dei costi di produzione più alti del 20-30 e in qualche caso anche del 50% rispetto al sistema Europa. Altro problema è che l’imposizione contributiva del settore è eccessiva, l’accesso al credito è sistematicamente impedito alle aziende sarde nonostante i consorzi fidi agricoli, la burocrazia – sia regionale, sia delle associazioni di categoria e CAA – è esasperante ed esiste un carico eccessivo di addetti ai servizi per l’agricoltura rispetto agli occupati reali.
Se a questo si aggiunge il fatto che esistono barriere all’ingresso dei giovani in agricoltura e che quindi non si favorisce il ricambio generazionale e culturale nel settore, si delinea un quadro abbastanza chiaro che indica esattamente quali sono le linee programmatiche sulle quali è necessario intervenire prioritariamente.
”Ormai, da tempo il nostro comparto e’ allo sfascio – si legge in una nota del Movimento firmato dal suo leader Felice Floris -. Raddoppiano i costi di produzione e si dimezzano i guadagni, le aziende sono allo stremo e si va avanti producendo soltanto debiti. Questo senza che il consumatore finale ne tragga benefici mentre guadagna soltanto chi trasforma e commercializza. Questo succede – prosegue Floris – perche’ la politica resta alla finestra e se ne lava le mani, nonostante i continui proclami da parte dell’assessore all’agricoltura che evidentemente ha ben altri interessi da difendere. Attorno al nostro settore e’ cresciuto un vero e proprio esercito di parassiti che non lasciano il minimo spazio al guadagno di chi produce”.
”Intendiamo dire basta a questa situazione vergognosa – prosegue il leader del pastori sardi – e chiediamo soluzioni immediate, perche’ attendiamo da troppo tempo che il mondo pastorale venga tenuto nel debito conto dalla politica regionale e nazionale. Se non avremo risposte immediate e serie – conclude il documento di Felice Floris – la nostra sara’ una mobilitazione senza precedenti in tutta la Sardegna. Una mobilitazione che sara’ anche di proposta, a patto che la politica voglia tenerne conto senza scappare, ancora una volta, di fronte alla gravissima crisi di migliaia di aziende agro pastorali arrivate allo stremo”.
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(Fonti: AGI, IRS, AdnKronos)