Dal profondo Sud all´estremo Nord nella speranza di guadagnare una cattedra, abilitata all´insegnamento nella scuola materna ed elementare, 55 anni e da 25 precaria.
È la storia di Maria Carmela Salvo, insegnante palermitana trapiantata a Pordenone, iscritta alla Gilda degli Insegnanti, che ha deciso di iniziare lo sciopero della fame dal primo settembre e fino a quando non riceverà un incarico.
“Quello di questa nostra iscritta – commenta il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio – è uno dei tantissimi casi drammatici che riguardano migliaia di docenti precari italiani: nonostante abbiano superato i concorsi, ottenendo più di un´abilitazione, questi colleghi si ritrovano ultracinquantenni, senza neppure la speranza di ricevere una supplenza e con famiglie da mantenere. Tutto ciò – sottolinea Di Meglio – a causa dei tagli imposti dalla riforma Gelmini”.
“La scuola non è un ammortizzatore sociale, come ha più volte ribadito il ministro, ma il diritto al lavoro, sancito dalla nostra Costituzione, va rispettato. Anche per questo motivo – conclude il coordinatore nazionale – la Gilda degli Insegnanti ha indetto lo stato di mobilitazione a partire dal primo settembre”.
Ecco di seguito la lettera, per molti versi agghiacciante, di Maria Carmela Salvo:
Ogni anno, quando terminano le lezioni, inizia il calvario di un precario.Inizia quell´attesa spasmodica, colma di paure che rende insonni le notti e tutti i tuoi pensieri convergono a fine agosto, quando ci saranno le nomine per le supplenze annuali.
Quest´anno non c´è paura è un orrore certo. I tagli effettuati da una ministra incompetente hanno creato una voragine in cui migliaia di precari precipiteranno….ed io con loro.
Giorno 31 Agosto a Pordenone saranno nominati i supplenti annuali e, nonostante io sia certa che quest´anno non rientrerò nell´esiguo numero dei fortunati, andrò ugualmente.
Chi non è mai andato, non sa, non può capire in che stato di angoscia tutto questo viene vissuto da ognuno di noi. Mano a mano che si scorre la graduatoria i posti diminuiscono quasi a dismisura, ma in cuor tuo continui a sperare che qualcuno rinunci, che non sia presente, inizi a guardare i part-time, anche i più piccoli spezzoni o le scuole arroccate in sperduti paesini di montagna, dove speri che nessuno voglia andare….ma il precario andrebbe anche all´inferno, non ha scelta.
Poi arriva il momento in cui i posti son finiti….di solito chi è rimasto fuori si guarda smarrito e quasi incredulo o come me scoppia a piangere….e c´è sempre qualcuno del sindacato che ti dice: “ma dai non preoccuparti, ci sarà qualche maternità, qualcuno che rifiuterà, qualche cattedra scoperta, un posto di insegnante di sostegno, c´è la legge salvaprecari”
Il precario, intanto, torna a casa con il cuore in frantumi e per giorni, che sembrano infiniti, diventa un tutt´uno con il telefono, nella speranza che la segretaria di qualsiasi scuola ti telefoni.
Ma cosa deve sperare un precario? Che una collega sia in stato interessante o che abbia preso una malattia rarissima, che sia deceduto, per poter insegnare?
Io ho 55 anni, abilitata all´insegnamento nella scuola materna ed elementare, ho vinto due concorsi e, sinceramente, non ne posso più di questa annuale agonia!
L´anno scorso ero 139esima… quest´anno scopro di essere precipitata a 163esima…che speranze posso avere, se già l´anno precedente sono riuscita ad insegnare, ma solo dai primi di ottobre? cioè per il rotto della cuffia? Sono certa che resterò fuori, io come tante.
Ma io vado lo stesso alle convocazioni, perchè dopo le assegnazioni, attaccherò nell´aula magna un bel cartello in cui comunico ai colleghi e ai sindacati presenti che da giorno 1 settembre io inizio uno sciopero della fame a Maniago (Pn) fino a quando non riceverò il mio incarico.
La mia è una situazione disperata, il mio compagno è disoccupato, io probabilmente lo sarò pure e non ho altre strade che questa e per far valere i miei diritti, di vincitrice di concorso, mi rivolgerò anche al giudice del lavoro.
L´articolo 1 della Costituzione Italiana dice che l´Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…..allora perchè questo stato affama il suo popolo togliendocelo?
Ma per quanto questo pseudostato possa privarci del sostentamento materiale, ci sono delle cose di cui non potrà mai privarci: la libertà e la dignità.
P.S. Si ringrazia la Gelmini e il governo Berlusconi.
Insegnante precaria
Maria Carmela Salvo
Fonte: GILDA degli Insegnanti