di Federico Rossi
E’ uscito a ottobre 2010 per Edizioni FAG un manuale che spiega in termini semplici e pratici come rivoluzionare la propria vita, riducendo i consumi e eventualmente cambiando lavoro. O non lavorando più del tutto. Si tratta del volume “Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione“, autrice Grazia Cacciola, più conosciuta sul web come Erbaviola.
Il manuale è ricchissimo sia dal punto di vista teorico che pratico, qui si può scaricare una scheda gratuita con le prime sette pagine del manuale. Il libro è diviso in sei macro aree: la prima in cui si focalizzano le differenze tra downshifting, decrescita radicale, decrescita mediata e il semplice ridimensionamento dei consumi, perché lavorare meno vuol dire anche consumare meno.
Nella seconda parte, quella che a noi è interessata di più, si parla di lavoro, di come cambiarlo oppure adattare il proprio ad altri luoghi o addirittura non lavorare, fino alle guide utili e molto ben fatte su come aprire la partita iva, mettersi in proprio o lavorare da casa. Seguono poi una sezione su tutto quello che si può produrre in casa da soli, dai saponi, ai detersivi, ai dadi, all’aceto fino addirittura alla creazione di un orto domestico, sul balcone o sui davanzali. Il tutto corredato da ricette e schede, molto pratico e veloce da consultare. Un’altra sezione che ci è piaciuta molto è la sesta, in cui ci sono le interviste di coloro che hanno cambiato totalmente vita e grazie alla decrescita vivono di più e lavorano molto meno.
Come scrive Grazia Cacciola: ” Chi è nato tra gli anni ‘50 e gli anni ‘80 è stato sottoposto all’adorazione di due figure mitologiche: Posto fisso e Stipendio. Mi è capitato di sentir parlare con deferenza del Posto Fisso persino in casa di commercianti decisamente più abbienti dei destinatari di qualsiasi Posto Fisso. In passato, si era abituati a essere fedeli tutta la vita a una stessa azienda. Ora è diverso. In media, sappiamo che dovremo cambiare almeno quattro posti di lavoro in trentacinque anni. Se va bene.
Un italiano su cinque ha cambiato lavoro da tre a cinque volte prima di riuscire a trovare l’impiego che occupa attualmente. E la percentuale sale ancora di più se ci si sofferma sul segmento di chi ha un’età compresa tra 25 e 34 anni (il 24 per cento). Sono questi alcuni dei risultati resi noti dall’indagine “L’Italia del Lavoro oggi. Condizioni e aspettative dei lavoratori” presentata da Ires Cgil nel 2007. Poi è arrivata la crisi e i tagli consistenti.
La precarizzazione progressiva e inarrestabile del lavoro ha portato alcuni, ormai, a cambiare lavoro ogni pochi mesi. In questa ottica, cosa stiamo salvaguardando? La nostra possibilità di svendere competenze e voglia di crescere a un centinaio di aziende prima di raggiungere un’età pensionabile in cui saremo stanchi e abbruttiti dall’insoddisfazione? Insomma, quello che teoricamente perdiamo lasciando il sicuro lavoro di città, ha davvero un valore così alto? Oppure ha il valore che noi gli vogliamo attribuire, sognando a occhi aperti che quel posto di lavoro sarà nostro per sempre, che l’azienda non chiuderà mai e che non troveremo niente di così ‘sicuro’ altrove? ”
E’ esattamente quello che stiamo predicando da anni: siete così sicuri che vi serva lo stipendio fisso? O non è ora di diventare i datori di lavoro di voi stessi? Forse in alcuni casi sarebbe meglio, ci sarebbe molta meno frustrazione e, finalmente, una qualità della vita più alta. Prosegue l’Autrice:
“Per uscire da questa macchina di svalorizzazione dell’individuo e iper-produzione delle merci, molti hanno scelto di lavorare per sé stessi. In versione molto semplicistica, se so piantare le patate e raccogliere i pomodori, non vado a farlo per venti euro al giorno con una cooperativa. Pianto le mie patate, raccolgo i miei pomodori e invece di comprarli al supermercato me li mangio. E’ la soluzione dell’autosufficienza. In pratica fare della vita il proprio lavoro, una vita in cui coltivare o raccogliere il proprio cibo, produrre i propri vestiti, il carburante e l’energia utile al proprio fabbisogno faccia parte della vita, in cui il baratto sia una forma economica e sociale di scambio, in cui le persone abbiano un valore e ne siano consapevoli quindi non più disponibili a svendere le proprie competenze.”
Autore: Grazia Cacciola
Titolo: Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita, autoproduzione
Editore: Fag Milano
Data pubblicazione: Ottobre 2010
Pagine: 253
Formato: 16,5×24
Prezzo: 16,90
ISBN: 9788882338688