Roma, 9 febbraio – “Un risultato molto positivo e molto importante, frutto della caparbia mobilitazione di questi due anni contro le norme sbagliate del collegato lavoro”. E’ quanto afferma il segretario confederale della CGIL, Fulvio Fammoni, in merito all’emendamento approvato al milleproroghe che riapre i termini, scaduti il 23 gennaio, per i ricorsi dei lavoratori con un contratto a termine scaduto.
Il dirigente sindacale ricorda: “Avevamo chiesto in tutti i passaggi parlamentari l’abolizione della retroattività o perlomeno la sua non applicazione per tutto il 2011. Adesso – aggiunge Fammoni – anche il governo si è dovuto piegare, dando parere positivo all’emendamento, perché sa bene che la norma sarebbe risultata incostituzionale e perché le decine di migliaia di ricorsi presentate nei 60 giorni avevano già in gran parte vanificato la norma tagliola”.
Per il segretario confederale CGIL, inoltre, “non è il primo stop al collegato lavoro, già sulla norma relativa al massimale di mensilità, in caso di vittoria nelle cause per i lavoratori temporanei, sia la giustizia del lavoro che la stessa Cassazione hanno già rinviato la norma alla Corte dichiarandola incostituzionale. Una coerente mobilitazione dunque ottiene risultati importanti, in questo caso per i giovani e i precari. L’iniziativa dunque proseguirà con rinnovato vigore contro le altre norme sbagliate e incostituzionali del collegato (certificazione, arbitrato di equità, apprendistato a 15 anni) e per far conoscere a tutti i lavoratori precari – conclude Fammoni – i diritti che possono a questo punto ancora esercitare”.