Francesco Scrima, segretario generale della CISL Scuola, scrive una lettera aperta al Ministro Gelmini, rivendicando le prossime assunzioni per 65.000 tra personale ATA e docenti che invece saranno immessi, come sempre, con contratti a tempo determinato, per poi stilare nuove graduatorie dopo appena 24 mesi. Un sistema gravoso e costoso per lo Stato, che produce un enorme malcontento e gravi problemi a questi eterni precari della scuola. Anche il prossimo concorso per l’abilitazione e l’immissione in ruolo del personale docente non sembra costituire un grande cambiamento, come invece si sperava.
Scrive Scrima: << Sono 65.000, tra personale ATA e docenti, le assunzioni possibili per il prossimo settembre se – come da mesi stiamo chiedendo – saranno coperti con personale di ruolo tutti i posti vacanti e disponibili. E’ un’operazione che si può fare senza aggravio della spesa, perché il supplente che si dovrebbe comunque assumere percepirebbe lo stesso stipendio di un neo immesso in ruolo.
Le cessazioni dal servizio prevedibili per gli anni seguenti escludono il rischio di nuove situazioni di esubero, né riteniamo possibile anche solo pensare a ulteriori tagli, dato che già oggi la scuola non è in grado di reggere quelli in atto.
Dare stabilità al lavoro non risponde solo alle attese dei precari, ma assicura alla scuola condizioni di miglior gestione delle risorse, favorendo la continuità e la qualità della didattica.
Si rompano dunque gli indugi e si dia finalmente concretezza ai ripetuti annunci di un piano straordinario di assunzioni: non occorrono risorse aggiuntive, si tratta solo di utilizzare al meglio quelle che comunque si dovrebbero spendere.>>. E ancora, continua Scrima,
<<Il tempo stringe anche sulla questione delle graduatorie e delle loro modalità di aggiornamento. Se si vuole che siano pronte per essere utilizzate a luglio, bisogna rapidamente risolvere le questioni tuttora aperte.
Queste sono graduatorie che, per scelta del Legislatore nel 2006, sono state trasformate in graduatorie ad esaurimento. Noi abbiamo condiviso, allora, modalità di gestione che assicuravano un buon equilibrio fra diversi interessi, convinti che la finalità di queste graduatorie sia quella di stabilizzare progressivamente il lavoro precario laddove si svolge. Altri hanno invece preferito, dando vita ad un aspro contenzioso, alimentare tensioni e divisioni: quella che viene erroneamente presentata come guerra fra nord e sud, in realtà è una situazione che sta mettendo in concorrenza in modo generalizzato ogni provincia nei confronti di tutte le altre.
Per quanto ci riguarda, crediamo che sia doveroso tutelate le aspettative di chi vede oggi profilarsi l’opportunità di consolidare il suo rapporto di lavoro dopo anni di precarietà e rischia invece di essere scavalcato nelle sue posizioni e nelle sue attese.>>