di Ex Lavoratori Marvecs
Com’è noto da qualche anno le multinazionali farmaceutiche stanno liberandosi senza clamore di migliaia di lavoratori, perlopiu’ informatori scientifici del farmaco, ai quali a suo tempo è stata erogata una sorta di buonuscita per conciliare.
Pochi sanno però che oltre 1000 lavoratori sono stati a suo tempo dirottati in Marvecspharma attraverso le famigerate “cessioni di ramo d’azienda”: Marvecspharma è – com’era prrevedibile – fallita nel gennaio 2011, dopo aver continuato l’attività, nell’ anno precedente il fallimento, senza pagare, fra le altre cose, la stragrande maggioranza degli stipendi dovuti, al punto che i lavoratori, allo stato attuale, non percepiscono alcunchè da 14 mesi e non sanno piu’ davvero cosa fare.
La CIGS, ottenuta da gennaio 2011, non è ancora arrivata e nessuno sa quando ciò potrà accadere, magari, forse, dopo che tutti saranno letteralmente morti di fame, nel generale silenzio dei media.
Ora la ciliegina sulla torta, rappresentata da migliaia di raccomandate dell’Agenzia delle entrate che, per una legge del 2006, chiede un conguaglio sulla buonuscita ricevuta, equiparandola a TFR, con importi anche di 2000 euro. E non è che i lavoratori abbiano a suo tempo recepito indennità megagalattiche, mediamente una quindicina di mensilità, già allora ben tartassate. Come pagare?
Ci si occupa, sui giornali, in televisione, in radio, di situazioni molto piu’ “banali” e non si da la minima risonanza ad una vicenda che ha superato abbondantemente la soglia di “tollerabilità” per le 577 famiglie ( ex Marvecspharma ) coinvolte, non solo ridotte sul lastrico, ma costrette cinicamente pure a pagare.
Abbiamo la sfortuna di non essere dipendenti Fiat o Alitalia, per i quali l’audience è garantita, ma informatori scientifici del farmaco, persone laureate e qualificate, ma evidentemente “invisi” – dopo essere stati sfruttati – alla potente Farmindustria, che riesce magicamente a far rimbalzare contro un muro di gomma le migliaia di richieste d’aiuto, finora disattese da tutti.
E’ mai possibile, in un’Italia giustamente attenta alla drammatica situazione di immigrati e profughi, ai quali comunque, in un modo o nell’altro, viene garantita la sopravvivenza, che non si faccia nulla per 577 famiglie senza reddito da 14 mesi e addirittura si eviti tassativamente di parlarne?
E’ una vergogna nazionale, una situazione da 4° mondo, ancor piu’ perchè colpisce persone che, per formazione culturale, non hanno l’abitudine di “urlare”.
Ma evidentemente in nazioni da quarto mondo vince chi urla, chi minaccia il suicidio, chi in qualche modo pretende e ottiene visibilità, stimolando il prurito sensazionalista di qualche giornalista : è palese che, in un’Italia siffatta,noi saremo destinati alla sconfitta.