Come era già risultato dalle previsioni di assunzione che abbiamo pubblicato il mese scorso, le professioni attualmente più richieste sono quelle manuali, in pratica quelle in vetta alla classifica sia della velocità di assunzione che di quantità di offerte di lavoro.
Si tratta di operai specializzati (non generici!), artigiani, conduttori di machine e impianti. Resta comunque una grossa fetta di lavoratori manuali che non faticano a trovare lavoro anche senza una specializzazione, ben il 12,4%, sebbene trovino più difficoltà di coloro che hanno una specializzazione. In testa alla classifica dei più ricercati, ci sono tornitori e saldatori con patentino, seguiti a poca distanza da elettricisti e addetti alla conduzione di macchinari.
Mentre il mercato è sempre più incapace di garantire sbocchi professionali, le professioni manuali sembrano infatti non conoscere crisi. Terreno d’occupazione per 8.383.000 lavoratori (ben il 36% del totale degli occupati), anche nel 2011 sono state in assoluto le più richieste. E’ quanto emerge dal Rapporto annuale del Censis. A fronte di quasi 600.000 assunzioni previste dalle aziende, infatti, ben 264.000 (il 44,4%) hanno interessato figure cui a diverso titolo è richiesto di svolgere un lavoro di tipo manuale: nel 20,3% dei casi come artigiano od operaio specializzato, nell’11,7% come operaio conduttore di macchine e impianti, mentre nel 12,4% non è richiesto alcun tipo di qualifica, trattandosi di professioni non specializzate.
Lavoratori in campo edile (per il 2011 sono previste circa 57.000 assunzioni, vale a dire il 9,6% del totale), addetti alle pulizie (44.000), ma anche meccanici e montatori (17.000), magazzinieri (11.000): sono queste le professioni più ricercate dalle aziende, e per le quali tuttavia esse stesse lamentano oggi forti difficoltà di reperimento, visto che sarebbero circa 50.000 (vale a dire il 19% del totale) le posizioni di lavoro potenzialmente aperte, ma considerate dalle stesse aziende di difficile copertura.
“E’ così che, nell’asimmetria tra una domanda di lavoro mai così ricca e un’offerta sempre più carente, si è andato negli anni consumando – spiega il Censis – un vero e proprio processo di sostituzione tra italiani e stranieri in molte professioni manuali”. Tra il 2005 e il 2010, a fronte di un crollo del numero di lavoratori italiani occupati in professioni manuali (-842.000, per un decremento dell’11%), si registra un aumento praticamente identico di quello dei lavoratori stranieri (+725.000, per una crescita dell’83,8%), la cui incidenza passa dal 10,2% al 19%. Ma aumenta anche il livello di istruzione, visto che la percentuale di quanti sono in possesso di un titolo di licenza media superiore o universitario passa dal 29,4% del 2005 al 36,4% del 2010.
Se gli italiani continuano in larga misura a rifiutare il lavoro manuale, sottolinea il Censis, vi sono però alcune professioni che stanno conoscendo una vera e propria riscoperta delle vocazioni. Cresce infatti la presenza degli italiani in alcuni gruppi professionali – artigiani metalmeccanici (fonditori, fabbri, saldatori), camerieri e addetti alle pulizie nelle strutture turistiche, netturbini e manutentori delle infrastrutture stradali – dove la presenza straniera ha ormai raggiunto soglie importanti.
Ma anche in alcune attività tradizionalmente presidiate dagli italiani si registra una buona tenuta: è il caso delle attività legate all’installazione e alla manutenzione di impianti elettrici (dove la presenza straniera è ferma al 2,6%), ma anche degli addetti alla conduzione di impianti particolari, di catene automatizzate o robot.