La CGIL sta facendo rilevare che alla lettura del testo definitivo del decreto sulle liberalizzazioni hanno l’impressione che il Governo sia riuscito a smentire nuovamente la tanto declamata attenzione verso i giovani. Infatti viene soppressa una norma, recentemente introdotta, che prevedeva l’equo compenso per i giovani che devono effettuare la pratica obbligatoria per accedere alla professione. Lo sostiene in particolare Ilaria Lani, responsabile politiche giovanili della Cgil nazionale, che rilancia la notizia sugli effetti delle liberalizzazioni su migliaia di praticanti.
“Si tratta di oltre 400 mila giovani – spiega Lani – che svolgono la pratica presso gli studi professionali o presso amministrazioni pubbliche e nella maggior parte dei casi lo fanno gratuitamente, per una durata che attualmente varia da due a tre anni.Il decreto riduce la durata a 18 mesi ma contemporaneamente sopprime la previsione dell’equo compenso che torna ad essere un optional”.
“Pur essendo inseriti in un percorso di formazione – dicono i giovani Cgil – i praticanti apportano un contributo in termini di lavoro che deve essere loro riconosciuto. L’accesso dei giovani alle professioni non può trasformarsi in sfruttamento e assenza di diritti: per questo chiediamo di reintrodurre la norma nel corso dell’iter parlamentare”.