Abbiamo già avuto occasione, purtroppo, di parlare del peso di Equitalia sulle aziende, al punto da spingere un sindaco, Michele Emiliano, a mettersi in prima linea per difendere le aziende della sua città, Bari. Ma Equitalia è una macchina creata ad arte che non si ferma davanti a nulla, così può anche capitare che un’azienda florida come la Mectex di Erba, che tra i brevetti ha quello del tessuto delle nuove tute da nuoto Speedo, quelle che per intenderci hanno fatto vincere parecchie medaglie alle ultime olimpiadi, finisca sull’orlo del baratro nel giro di pochissimo.
La storia della Mectex è purtroppo la storia di tante imprese italiane, cresciute con fatica e affondate ora in breve tempo, in un lavoro sinergico tra banche che ritirano i crediti e Equitalia che chiede senza deroghe, pignora, blocca tutto. Solo un mese fa infatti, a gennaio, La Provincia di Como titolava “Il miracolo della Mectex: al lavoro sette giorni su sette” e spiegava: “Al lavoro sette giorni su sette, per cinque 24 ore su 24, nonostante le difficoltà a rapportarsi con le commesse pubbliche e le banche. Questa è l’eccellenza regionale a cui l’assessore all’industria e vicepresidente della regione Andrea Gibelli ha fatto visita durante la giornata di ieri. Un’azienda, la Mectex di via Trieste ad Erba, che festeggia il prossimo mese i cinquant’anni d’attività. «Senza fare un’ora di cassa integrazione, i nostri soldi vanno per la cassa della Fiat», racconta l’ottantasettenne fondatore Carlo Fassi.”
Oggi, a solo un mese da quelle parole di speranza, Il Fatto Quotidiano porta alla ribalta il caso Mectex come esempio di affossamento di un’azienda da parte di banche e Equitalia. ” Le idee hanno bisogno delcredito e quando le banche, preoccupate dall’avanzare della crisi globale, chiudono i rubinetti, la Mectex va a picco, nonostante il costume. (…) Da 120 i dipendenti scendono a 50: oggi sono 18, l’azienda è sull’orlo del fallimento e i Fassi sono pronti a farsi da parte se solo trovassero qualcuno disposto ad accollarsi i debiti. AurelioFassi, direttore generale e figlio del fondatore, Carlo, è un uomo distrutto.(…) Carmen Del Medico, delle Rsu, è furiosa, ma non con la proprietà. “Quello che sta succedendo – afferma – è pazzesco: questa azienda fallisce perché è soffocata da Equitalia e non riesce a farsi pagare una commessa milionaria dal ministero della Difesa. Abbiamo consegnato divise militari e tende realizzate con un prodotto ad alta tecnologia. E non abbiamo ancora incassato il dovuto. Lo Stato dice di voler aiutare le imprese, ma noi andiamo a picco e i dipendenti sono quasi tutti a casa”. (qui l’articolo completo)
In una situazione normale, o in un altro paese, infatti basterebbe la fattura non ancora pagata dal Ministero della Difesa per ottenere un credito bancario a interesse ridotto e risanare la situazione. Ma in Italia non funziona così, non ci sono organi di controllo, ognuno agisce per il suo personale interesse senza capire che è l’interesse comune a dover essere tutelato, perché è solo quello che fa crescere. Intanto imprenditori come i Fassi della Mectex si vedono portar via tutto, dai beni dell’azienda a quelli personali, solo per aver fatto innovazione, ricerca e aver portato nel mondo un’eccellenza che in Italia, il loro paese, non è riconosciuta né tutelata.
(Nell’immagine sopra Valentino Rossi e Fernando Alonso con le tute nel tessuto tecnico brevettato da Mectex )