La proposta è interessante questa volta e del tutto sensata: uno stipendio minimo per i contratti a progetto e un indennizzo in caso di licenziamento o mancato rinnovo del contratto. Lotta dura inoltre alle finte partite iva (lavoratori che non vengono regolarizzati ma costretti a aprire una partita iva). Nel ddl lavoro sono in arrivo infatti in Senato nuove specifiche per i lavoratori a progetto, che leggiamo dagli emendamenti dei parlamentari Tiziano Treu (Pd) e Maurizio Castro (Pdl). In particolare viene previsto uno ‘stipendio minimo’ e verrà rafforzata in via sperimentale per tre anni l’indennità “una tantum”.
Sono 16 gli emendamenti dei parlamentari Treu e Castro, spaziano dalla flessibilità in entrata fino all’articolo 18, passando per gli ammortizzatori sociali. Dal governo arriva invece un pacchetto di 27 proposte. Su alcuni punti intervengono sia i parlamentari che l’esecutivo, come nel caso dei ritocchi ai licenziamenti.
Vediamo i principali:
Primo contratto a termine. La durata del primo contratto a termine, che può essere stipulato senza che siano specificati i requisiti per i quali viene richiesto (la causale), sale da sei mesi a un anno.
Lavoro a progetto. Il compenso dei lavoratori a progetto “deve essere adeguato alla quantità e qualità del lavoro eseguito e non può comunque essere inferiore, in proporzioni di durata del contratto, all’importo annuale determinato periodicamente con decreto del ministero del lavoro”.
L’introduzione dell’ “una tantum”. Per i parasubordinati si rafforza l’attuale “una tantum”: si puntava a una mini-Aspi ma al momento non sarebbe possibile. Si parte allora con una fase sperimentale di 3 anni. Per esempio se si lavora 6 mesi come contratti a progetto si prenderanno circa 6.000 euro. Poi ci sarà una verifica e la mini-Aspi. Il totale delle risorse per i contratti a progetto, con i nuovi interventi dei parlamentari, dovrebbero superare i 100 milioni di euro complessivi.
Partite Iva. I professionisti con partita iva che hanno un reddito annuo lordo di almeno 18mila euro sono considerati “veri”, non camuffamenti di lavoratori monocliente non regolarizzati. Sopra questo reddito non saranno valide presunzioni per far scattare l’assunzione.
Licenziamenti disciplinari. Un emendamento dei parlamentari cancella dal ddl lavoro il riferimento al pubblico impiego ma non interviene sulle cosiddette “tipizzazioni” in modo da evitare di toccare in modo esplicito i poteri dei giudici. Il governo avrebbe invece presentato un emendamento che fa sì che i giudici possano stabilire il reintegro del lavoratore licenziato per motivi disciplinari illegittimi sono nelle tipizzazioni previste dai contratti.
Voucher. Nuova norma anti truffa per i lavoratori occasionali pagati con voucher. I ‘buoni’ utilizzati per pagare i dipendenti dovranno ora essere numerati progressivamente e avere indicato data ed orario. Un decreto inoltre, stabilirà le modalità per il “riscontro temporale dell’utilizzo della prestazione retribuita con il buono”. I voucher per i lavori occasionali serviranno anche nelle imprese commerciali, negli studi professionali oltre che per l’agricoltura e l’assistenza domestica come già succede.
Sms per lavoro a chiamata. Per attivare il lavoro a chiamata basterà un sms, o un fax o la posta elettronica certificata, inoltrato alla Direzione territoriale del lavoro competente per il territorio. Ridotte del 60 % le sanzioni per chi omette l’obbligo.
Niente stop per malattia. Il licenziamento intimato all’esito del procedimento disciplinare “produce effetto dal giorno della comunicazione con cui il procedimento medesimo è stato avviato, salvo l’eventuale diritto del lavoratore al preavviso o alla relativa indennità sostitutiva”. Uniche eccezioni sono quelle della maternità e dell’infortunio sul lavoro.
Indennità per artigiani. Gli artigiani che hanno fondi bilaterali, nel caso in cui le risorse non siano sufficienti a garantire le tutele minime, potranno usufruire il sistema di indennità generale.
Utili. I lavoratori potrebbero presto partecipare agli utili e al capitale delle imprese e essere anche componenti dei Consigli di sorveglianza, come avviene già in Germania.
La commissione lavoro inizierà a votare gli emendamenti da martedì 15 maggio con chiusura dei lavori giovedì 17. Il termine per la presentazione dei sub-emendamenti è fissato per domani alle 18. “Presumiamo che la commissione bilancio darà i suoi pareri sulle coperture entro martedì pomeriggio e quindi da martedì in notturna” si dovrebbe cominciare a votare in commissione “per concludere all’alba di giovedì”, ha spiegato Castro.