Il tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano.
In base alla sentenza 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini dovranno essere assunti nella fabbrica. Lo rende noto la stessa Fiom, precisando che 19 iscritti al sindacato avranno anche diritto a 3 mila euro per danni.
Come ai bei tempi, per gli Agnelli, degli anni cinquanta, la Fiat vorrebbe avere come interlocutori in fabbrica soltanto i sindacati gialli (quelli creati dalla stessa azienda) o sindacati moderati (tipo Fim-Cisl e Uilm) che facessero accettare agli operai iscritti contratti capestro penalizzanti, ritmi di lavoro asfissianti e buste paga contrassegnate dall’incidenza crescente di straordinari e premi di produzione. Gli unici a dire no al nuovo corso erano stati Fiom-Cgil e Cobas e subito era scattata la ritorsione. Nessun iscritto della Fiom-Cgil tra i 2.200 operai assunti a Pomigliano D’Arco nella nuova società che, pur producendo auto Fiat, non è propriamente Fiat
“La condanna della Fiat da parte del Tribunale di Roma per comportamento anti-sindacale nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrice iscritte alla Fiom a Pomigliano interviene a sanare un vulnus insostenibile per la democrazia”. Lo ha dichiarato Stefano Fassina, responsabile economico del Pd
“Finalmente una buona notizia. Il tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazione. Gli iscritti alla Fiom Cgil riacquistano così la loro condizione di lavoratori liberi di scegliere a quale sindacato iscriversi, senza che questo di per sé determini la perdita del rientro al lavoro nello stabilimento di Pomigliano”. E’ il commento del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, sulla sentenza del del Tribunale di Roma che ha dato ragione alla Fiom per discriminazioni nelle assunzioni nello stabilimento di Pomigliano.
“E’ evidente – prosegue – come la sentenza dimostri quanto siano inaccettabili le scelte della Fiat, soprattutto per quanto riguarda l’essere il suo un modello autoritario che vuole cancellare il sindacato in ragione della critica al suo modello organizzativo”. La sentenza, osserva ancora il numero uno della Cgil, “si basa giustamente sul principio della rappresentanza delle organizzazioni, che può e deve essere misurata. Un ulteriore contributo allo sviluppo dell’intesa del 28 giugno, che va rapidamente attuata e deve essere misura di tutti i confronti contrattuali, a partire dal rinnovo del contratto dei metalmeccanici”.
Per questi motivi “chiediamo a Federmeccanica, che dovrebbe avviare il confronto con la categoria per il rinnovo del contratto, di affrontare in premessa il tema della rappresentanza e l’applicazione dell’accordo interconfederale, proponendosi l’obiettivo di realizzare davvero un contratto unitario per i lavoratori metalmeccanici”. Infine, conclude Camusso, “ci domandiamo: cosa attenda ancora il governo per intervenire e ripristinare le regole che la stessa costituzione prevede?”.
http://www.bloglavoro.com/2015/01/14/fiat-lavora-con-noi-1-500-assunzioni-a-melfi.htm