La Fillea CGIL ci trasmette i dati delle crisi aziendali dell’ultima settimana. Le chiusure di aziende in crisi stanno aumentando, i lavoratori licenziati si fa fatica a contarli date le quantità di dati (e le discrepanze) emessi dai diversi sindacati. Tace invece il Ministero del Lavoro, che non sta fornendo dati certi e screening della situazione. Quello che ci trasmettono i sindacati sembra un bollettino di guerra, l’evidenza di un effetto domino disastroso che non si sta affatto arrestando, ma anzi sta incrementando.
Tra le situazioni più terribili quelle della Parmalat di Genova, della Nokia-Siemens che licenzia il 45% dei dipendenti italiani, le 430 casse integrazioni della Lear di Grugliasco e Auchan di Ancona che licenzia 1/3 dei dipendenti.
Solo oggi, Nokia- Siemens licenzia 445 dipendenti su 1.104 in Italia. Nokia Siemens Network ha aperto la procedura di licenziamento per 445 dipendenti su 1.104 al lavoro in Italia. La società, attiva nei ponti radio, nelle fibre ottiche e negli scavi per le telecomunicazioni, intende procedere alla risoluzione dei rapporti di lavoro nel minore tempo possibile.
Nei dettagli chiudono le sedi di Catania e Palermo (32 esuberi) e viene ridotto il personale delle altre con 367 tagli a Milano, 40 a Roma e 6 a Napoli.
Dal 25 giugno al 1° luglio
29 giugno – Om Carrelli elevatori, mercoledì si decide per la CIG. Per i 274 lavoratori della Om, mercoledì 4 luglio si discuterà a Roma presso il Mise della Cassa integrazione. Si tratta della Cassa integrazione straordinaria che potrebbe scattare se entro il primo anno una certa percentuale, 60 lavoratori, dovesse dimettersi. A tale proposito il gruppo Kion proprietario del marchio, dopo diverse trattative con i sindacati ha stabilito un tetto di contributo sociale pari a sette milioni di euro.
Inoltre, ci sarebbe un’azienda (Q-Ubell Technology), produttrice di televisori e componentistica video, interessata a rilevare lo stabilimento Om che il gruppo Kion cederebbe gratuitamente. Il nuovo acquirente rioccuperebbe circa 120 lavoratori, per i quali sarebbe necessaria la riqualificazione professionale.
Intanto prosegue la protesta dei lavoratori che non hanno condiviso l’accordo tra azienda e sindacati.
28 giugno – Italfard di Manerbio vuole trasferirsi in Romania. 35 dipendenti a rischio. L’Italfard di Manerbio, impresa specializzata nella produzione di condensatori elettrici, ha annunciato 23 esuberi e la cessazione delle attività. In totale i lavoratori impiegati nello stabilimento sono 35, soprattutto donne, molti dei quali si trovano già in Cassa integrazione straordinaria in scadenza il 13 settembre. Il rischio è che l’azienda delocalizzi la produzione in Romania.
28 giugno – Sixty (Chieti), incontro tra nuovi proprietari e sindacati. A rischio 169 lavoratori. Il fondo d’investimento panasiatico Crescent HidePark ha acqistato l’intero pacchetto azionario del gruppo moda Sixty. Ora in bilico c’è il futuro di 414 dipendenti e nel giro di tre anni il piano industriale prevede 169 esuberi. I sindacati chiedono dunque di ridiscutere in nuovo piano industriale.
28 giugno – Richard Ginori (Sesto Fiorentino) in liquidazione. Due possibili acquirenti. La storica manifattura di porcellane di Sesto Fiorentino è stata messa in liquidazione a causa della grande mole di debiti, ora il termine per la cessione sta per scadere. Tra le ipotesi più concrete ci sono Sambonet, gruppo piemontese di posateria in acciaio e complementi d’arredo, che tre anni fa ha acquisito il prestigioso marchio tedesco Rosenthal, e un gruppo di imprenditori italiani che produce porcellana in Romania del quale fa parte anche Roberto Villa ex presidente di Ginori.
28 giugno – Indesit, firmato accordo per polo None. Lo stabilimento Indesit di None (Torino) cesserà la produzione il primo novembre. E’ quanto emerso dall’incontro che si è svolto mercoledì 27 giugno a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico, tra la Direzione Indesit, FIOM, FIM e UILM nazionali e il Coordinamento sindacale FIOM; FIM e UILM Indesit, e i rappresentanti del Ministero, della Regione Piemonte, della Provincia di Torino e del Comune di None. L’incontro, era stato programmato il 19 giugno scorso quando la Direzione Indesit, sollecitata a rivedere la propria decisione di cessare l’attività a None dalle Istituzioni nazionali e locali, oltre che dalle Organizzazioni sindacali, si era riservata di dare una risposta valutando anche gli incentivi e gli strumenti disponibili.
28 giugno – A Sondrio sciopero generale unitario e grande manifestazione
27 giugno – Vdc Technologies di Anagni dichiarato il fallimento. Il Tribunale di Frosinone ha dichiarato il fallimento della Vdc Technologies di Anagni, ex leader mondiale nella produzione di cinescopi passata sette anni fa dai francesi Thompson agli indiani Videocon. Ora si attende che l’ufficiale giudiziario metta i sigilli alla fabbrica.
27 giugno – Valeo di Pianezza, vende stabilimento. Futuro incerto per 400 lavoratori. La Valeo di Pianezza produce maniglie e fanali per automobili possiede due stabilimenti sul territorio. L’azienda sta concludendo la vendita di uno degli stabilimenti (maniglie) alla giapponese U-Shin, un passaggio che potrebbe creare problemi a circa 400 lavoratori.
27 giugno – Lear di Grugliasco, raggiunto accordo per CIG, scongiurati esuberi. E’ stato firmato l’accordo per la Cassa integrazione per un anno alla Lear di Grugliascoche impiega 430 lavoratori. L’accordo prevede un anno di CIG per riorganizzazione a partire dal 5 luglio e la disponibilità dell’azienda a prolungarla per un altro anno. Dunque non ci saranno esuberi a parte le 140 persone che hanno già deciso di lasciare il posto di lavoro. Oggi l’azienda produce sedili per la linea Musa Idea di Mirafiori e ha già acquisito le commesse per la Maserati.
27 giugno – Pittini di Gemona, accordo per Siat e Pittarc, 136 lavoratori in CIG. E’ stato raggiunto un preaccordo tra sindacati e azienda che prevede la Cassa integrazione straordinaria per un anno per i 136 dipendenti di Siat e Pittarc. Si tratta di 12 mesi di CIG a rotazione e quindi vengono meno i 40 esuberi dichiarati dall’azienda. L’accordo riguarda complessivamente 136 persone, di cui: 102 operai, 2 quadri e 32 impiegati.
26 giugno – Energit di Cagliari, 70 posti di lavoro a rischio. Sono a rischio 70 lavoratori di Energit, l’azienda cagliaritana che opera nel mercato libero dell’energia e che rischia la chiusura. Nel 2006 la società è stata acquisita dal Gruppo svizzero Atel, ora Alpiq. Quest’ultimo ha avviato un piano di ristrutturazione che prevede la dismissione delle attività di vendita e la focalizzazione del business in Svizzera a discapito degli altri paesi europei in cui è presente il gruppo. Dunque Energit è stata messa in vendita. I sindacati chiedono all’azienda risposte per il futuro.
26 giugno – Chiude l’Om carrelli elevatori di Bari, 274 dipendenti a casa.
26 giugno – Parmalat,annuncia chiusura dello stabilimento di Genova. 150 lavoratori a rischio tra diretti e indotto. Si è tenuto a Palazzo Tursi l’incontro tra la Direzione nazionale di Parmalat e le organizzazioni sindacali di categoria e confederali in merito all’annunciata chiusura dello stabilimento genovese che occupa attualmente 63 dipendenti diretti e il personale dell’indotto (produttori, cooperativa di raccolta latte e appalti) per un totale di 150 lavoratori.L’azienda, contravvenendo agli impegni presi con le istituzioni e le parti sociali genovesi e dopo anni di sacrifici dei lavoratori e nessun investimento sul sito genovese, scarica sui dipendenti e sulla città gli errori e l’incuria del proprio management. I sindacati in maniera unitaria rigettano tale decisione e durante l’incontro hanno chiesto alla Direzione di riconsiderare il disegno che prevede il disimpegno totale della Parmalat a Genova e la relativa chiusura della centrale del latte. Inoltre i sindacati hanno richiesto la costituzione di un tavolo sindacale territoriale che veda la partecipazione attiva delle rappresentanze sindacali unitarie, delle istituzioni, Comune e Regione, affinché questa realtà storica industriale presente sul territorio da quasi ottant’anni possa continuare a esistere attraverso opportuni investimenti ed integrazioni tesi a rilanciare un sito produttivo che rappresenta un’opportunità di crescita e sviluppo della città.
26 giugno – Fiorucci (Parma), raggiunto accordo sulla gestione degli esuberi. Dopo la mobilitazione dei lavoratori a seguito di una procedura unilaterale aziendale che comportava 27 licenziamenti negli stabilimenti di Felino e Lesignano Bagni, è stato siglato in Provincia da RSU, FLAI CGIL e Azienda l’accordo per la gestione degli esuberi prodotti dalla fusione di “Al Ponte Prosciutti” in “Luigi Ugolotti”, controllata Fiorucci.
L’accordo prevede la Cassa Integrazione Straordinaria per un anno e la chiusura della procedura di mobilità che limita gli esuberi a 11 unità, tra cui alcuni pensionabili e volontari. L’azienda, dunque, non procederà, come era nelle intenzioni originali, ad appalti di attività oggi svolte da personale dipendente, anzi verranno internalizzate alcune funzioni. Inoltre, per i lavoratori coinvolti è stato concordato un significativo Piano Sociale che contiene incentivazioni e un servizio di outplacement per agevolare la ricollocazione degli esuberi.
26 giugno – Euroservice, si cerca soluzione per le lavoratrici. Sono circa 40 le donne che da mesi si trovano senza stipendio né ammortizzatori sociali a seguito della decisione di Nestlè di interrompere il rapporto con la cooperativa Euroservice che da anni produce le confezioni per i prodotti della fabbrica di San Sisto, confezioni che ora la multinazionale svizzera vorrebbe tornare a produrre in house.
Ora la Regione cerca una possibile mediazione attraverso l’ipotesi di chiedere alle parti di accordarsi per un prolungamento del rapporto, che possa consentire ad Euroservice di proseguire l’attività per un “periodo congruo” e nel frattempo di cercare altre commesse al di fuori di Nestlè, anche con il supporto di LegaCoop.
25 giugno – Parmalat, il centro latte Torvis è salvo. Il centro latte di Torviscosa non sarà interessato dal piano industriale che il Gruppo Parmalat presenterà il 4 luglio e che prevede la chiusura di tre siti produttivi. Dunque a tirare un sospiro di sollievo saranno 38 lavoratori impiegati nella produzione, 6 operatrici al ‘Bar bianco’ (vendita della produzione a km zero) e una decina di addetti che fanno parte di una cooperativa.
25 giugno – Auchan di Ancona, annuncia 65 licenziamenti. Auchan ha annunciato nei giorni scorsi l’apertura delle procedure di mobilità per 65 lavoratori (58 addetti alle vendite generici e 7 di terzo livello) nel punto vendita di Ancona su un totale di 250 lavoratori. Ora sindacati e lavoratori chiedono il ritiro dei licenziamenti e l’adozione, per far fronte alla crisi, dei contratti di solidarietà o della cassa integrazione.