Le notizie dalla Francia sono arrivate in fretta e non fanno sperare in nulla di positivo. I quasi seicento lavoratori italiani dipendenti della FNAC, catena di vendita al dettaglio di elettronica, l’hanno saputo purtroppo così, dal tam tam sulla rete francese, anche se l’aria di crisi non è una novità. La FNAC, a quanto pare. è intenzionata a posizionarsi meglio in paesi in via di sviluppo, lasciando perdere l’ormai impoverita Europa, soprattutto per quanto riguarda l’Italia. A farne le spese, soprattutto i megastore di Milano, Firenze, Roma, Torino e Napoli, di proprietà del marchio.
La multinazionale proprietaria del marchio, che non si è rivelata tra le più lungimiranti del secolo, acquistando negli anni tutto il rottame del settore lusso per la classe media (Gucci, Yves Saint Laurent, Brioni, Boucheron, Girard-Perregaux, Puma e Bottega Veneta) in un decennio che annunciava già l’impoverimento di questa classe, oggi vuole puntare ai paesi in via di sviluppo e chiudere con il poco redditizio mercato europeo. A quanto pare, sarebbe addirittura intenzionata a cedere a buon prezzo il ramo FNAC, concentrandosi sugli altri rami, ma la prospettiva di un acquirente per quella che è solo una delle tante aziende in crisi, oggi appare piuttosto remota. In ogni caso, decisione rimandata al prossimo 31 dicembre quando si tireranno le somme sugli eventuali acquirenti presentatisi.
La protesta dei dipendenti, organizzata soprattutto via social network, ha fatto un po’ rumore e il recente flash mob alla Fashion night teso a colpire il marchio Gucci, stessa proprietà, ha lasciato solo qualche raro trafiletto di giornale, utile al nulla. Il sindacato è abbastanza inutile come in altre proteste di questi tempi e la proprietà, in perfetto stile “so che tanto non potete fare niente” si rifiuta di rispondere e rimanda tutto a quello che sarà un capodanno triste per molti dei suoi lavoratori. 31 dicembre 2012, stay tuned. Per il resto perfetto stile d’oltralpe: l’azienda non risponde, soprattutto dove non c’è un governo che la obblighi a farlo. Ma, la risposta, sarebbe purtroppo quella che conosciamo bene per i tanti casi analoghi: o si presenta un compratore che assorba anche i seicento dipendenti, cosa di questi tempi decisamente rara, oppure si prospettano mesi di cassa integrazione se non direttamente la procedura fallimentare.
Il deputato della Lega Federico Montagnoli, contattato dai lavoratori veronesi di FNAC, ha presentato un’interrogazione al ministro dello Sviluppo economico e a quello del Lavoro e delle Politiche sociali. Si legge nell’interrogazione che «Organi di stampa locale (L’Arena di Verona) riportano la notizia secondo la quale la sede veronese di Fnac, azienda francese che opera nel campo della grande distribuzione con una catena di filiali internazionali che vende libri, dischi e cd, programmi software, componenti hardware e computer, telefonia cellulare, attrezzature fotografiche, audio, video e TV, prodotti audiovisivi e videogiochi e che in Italia è presente in sette città grandi italiane con otto negozi, sarebbe ormai in procinto di cessare la propria attività», premette.
E continua: «I lavoratori della filiale veronese, oltre cinquanta, hanno già indetto uno sciopero con presidio davanti al negozio localizzato in Verona in via Cappello per rimarcare la gravità della situazione in cui si ritrovano da tempo e per sollecitare l’azienda a fornire risposte concrete ed aprire, contestualmente, un dialogo con le parti sociali». «A pochi mesi, infatti, dalla conclusione dell’anno solare, i dipendenti della filiale veneta ancora non conoscono con precisione le sorti del loro futuro, mentre la preoccupazione dei lavoratori cresce costantemente col passare del tempo». Chiede quindi al ministro per lo Sviluppo economico di sapere «se non ritenga opportuno assumere iniziative, anche in ragione dell’importanza strategica dell’azienda nel contesto economico della città di Verona, per salvaguardare i livelli occupazionali dei dipendenti interessati».
Parallelamente, il 4 ottobre Sergio Cofferati ha depositato al Parlamento Europeo un’interrogazione sulla situazione di Fnac Italia. Il fine dell’interrogazione è richiamare FNAC all’ottemperanza delle normative europee in materia di informazione e consultazione dei lavoratori, oltre che all’integrazione dei principi di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI) nella strategia aziendale. Cofferati, come si sa, è appassionato di fantascienza… nonostante il passato da sindacalista non ha ancora fatto sua l’idea che l’intervento efficace in questi casi può essere solo territoriale, ma magari sarà la volta buona che cambierà la storia e vedremo magari un lieto fine.