Con la crisi sono aumentati purtroppo i delinquenti che vogliono guadagnare sulla pelle dei disoccupati. Sanno che le persone disperate sono a volte disposte a tutto: dall’investire gli ultimi soldi in un corso, un’attività in partenza o, come abbiamo già segnalato altre volte, addirittura in un aspirapolvere da rivendere porta a porta. La maggior parte delle volte questi truffatori fuggono con il pagamento e nonostante le denunce la maggior parte non vengono più ritrovati e puniti. In alcuni casi invece lasciano al truffato della merce, dal campionario all’elettrodomestico da rivendere porta a porta, in modo che non sia possibile fare nessuna denuncia: il truffato non risulterà infatti truffato, perché sarà contrattualmente il compratore di quella merce.
Alle vecchie truffe del lavoro a domicilio, che è ancora la maggior parte di quello che viene offerto per imbrogliare il disoccupato, si è passati a cose più sofisticate: il corso di formazione, il book fotografico, i servizi telefonici a pagamento, i finti periodi di prova, il trasferimento di denaro con percentuale ecc. A Padova, ad esempio, grazie ad un blitz della Guardia di Finanza è stato scoperto un falso corso di formazione professionale per infermieri: i truffatori chiedevano il pagamento di 3mila euro e sono riusciti a incassare centinaia di iscrizioni prima di essere scoperti.
Avete esperienze in questo senso? Siete riusciti a sfuggire a una truffa? Raccontatecelo, raccoglieremo le testimonianze da pubblicare, in modo che altri non cadano nello stesso imbroglio!
Intanto vediamo alcune linee guida sul come difendersi. Queste linee guida le ha preparate ADICONSUM, e il Movimento Difesa del cittadino per il dossier “Lavoro sicuro”, un progetto cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. L’indagine svolta dalle due Associazioni ha riscontrato ben 12 tipologie di frodi perpetrate a danno dei giovani in cerca di lavoro o di offerte formative, aggiornamenti professionali, che dovrebbero aumentare le probabilità di trovare un’occupazione. Oltre alle famose catene di Sant’Antonio e al marketing piramidale troviamo i servizi telefonici a pagamento, le iscrizioni alle banche dati, i falsi corsi di formazione o borse di studio, la realizzazione di book fotografici, le associazioni in partecipazione, i falsi periodi di prova, il trasferimento di denaro e così via.
La cosa che hanno in comune tutte queste truffe è la richiesta di denaro, sotto forma di versamento per l’iscrizione al falso corso o di una somma da pagare per ricevere materiale e contatti per iniziare l’attività. Una volta versato il denaro, del lavoro non ci sarà neanche l’ombra.
DECALOGO PER DIFENDERSI DALLE TRUFFE NEGLI ANNUNCI DI LAVORO:
- Ricordate che le aziende affidabili non nascondono nulla: descrivono subito il lavoro offerto, i requisiti richiesti e il compenso. Fanno leggere e firmare un contratto prima di iniziare qualsiasi sorta di attività.
- Ricordate che una società seria che vi offre un’occupazione (in ufficio o da casa), vorrà certamente vedere prima il vostro curriculum vitae e le vostre referenze.
- Ricordate che quando un’offerta sembra troppo bella per essere vera, probabilmente è falsa.
- Diffidate delle aziende che non indicano la propria ragione sociale e partita Iva.
- Effettuate ricerche online – ad esempio nel Registro Imprese della Camera di Commercio o sul sito dell’Agenzia dell’Entrate – per verificare l’affidabilità dell’azienda proponente.
- Diffidate delle aziende che vi chiedono contributi economici per poter avviare il rapporto di lavoro.
- Non acquistate kit o materiali di qualsiasi tipo necessari per l’avvio di un’attività a domicilio.
- Diffidate di chi vi chiede di fornire dati personali, indirizzi e-mail e recapiti telefonici con la promessa di ricontattarvi: spesso si tratta soltanto di catene di Sant’Antonio.
- Prendetevi sempre tutto il tempo necessario per riflettere e verificare la validità e l’autenticità dell’offerta. Diffidate di chi ha fretta di farvi concludere.
- Non iscrivetevi a corsi o training di avviamento al lavoro a vostre spese. Di solito è l’azienda che assume a farsi carico delle spese per la formazione dei dipendenti. Nei rari casi in cui il corso viene addebitato al lavoratore, il corrispettivo non deve essere anticipato, ma verrà detratto dal primo stipendio.
*** Ricordiamo che tutti gli annunci di lavoro proposti su questo, nella sezione Azienda assume, sono preventivamente controllati dalla Redazione che controlla sia l’esistenza dell’azienda che la sua solidità, nonché la reale assunzione di dipendenti retribuiti e il non ricorrere a forme di lavoro precario. ***