A quanto pare le italiane che si sono scandalizzate non l’hanno fatto tanto per la sottrazione della showgirl ai suoi impegni di madre, quanto perché è possibile farlo solo a poche persone, grazie a un esercito di tate, cameriere e assistenti varie. Questo almeno è quanto emerge dai commenti online dei lettori.
Giovedì 10 ottobre è nata Sole, lunedì 14 Michelle Hunziker era più bella che mai, in onda a «Striscia la notizia». Quattro giorni dopo il parto naturale Michelle Hunziker è tornata in video. Ha 36 anni ed è alla sua seconda maternità. Quando è nata Aurora, la prima figlia avuta da Eros Ramazzotti, ne aveva 19. Due emozioni molto diverse, com’è ovvio. Questa seconda figlia, avuta dal compagno Tomaso Trussardi, è stata a lungo attesa e desiderata.
E’ un bel messaggio o un brutto messaggio tornare a lavorare dopo quattro giorni dal parto? Lo chiediamo a voi.
Quale sarebbe il problema? Qualcuno potrebbe fare l’equazione: si può tornare a lavorare dopo pochi giorni dal parto, guarda la Hunziker com’è in forma. Dunque se tu non fai così significa che non hai voglia di lavorare, approfitti della tua condizione per stare a casa. Vacillano i diritti delle donne/madri, conquistati dopo anni di fatiche e battaglie. Non tutti infatti, si possono permettere l’esercito di assistenti e colf che aiuta Michelle Hunziker.
Michelle ha risposto subito alle critiche tramite il Corriere della Sera: «Striscia la notizia» non è un vero lavoro, è «un divertimento. Se avessi avuto una professione normale, che mi impegnava otto ore al giorno, mai e poi mai sarei tornata a lavorare poco dopo il parto. Voglio godermi la mia bambina». Quando Antonio Ricci, qualche mese fa, le ha chiesto di condurre «Striscia» a ottobre, lei ci ha pensato un po’. Poi si è detta: «Sto bene, sto facendo un’ottima gravidanza, sono piena di energia. Perché no?». Quel «perché no?» nasce dal fatto che andare negli studi Mediaset per la puntata del tg satirico, al fianco di Piero Chiambretti, è quasi una passeggiata. Questo lei lo sa. Non smette mai di definirsi «privilegiata e fortunata». E aggiunge una riflessione amara per le altre mamme italiane, non così fortunate. «Lo so, certo, è un problema da affrontare con delicatezza. È il sistema della maternità che non funziona in Italia. Le donne spesso rientrano dopo il periodo di maternità e trovano ridotti i propri ruoli, vengono declassate. Questo è inammissibile. D’altro canto credo che anche imprenditori e imprese vadano aiutate dallo Stato. Perché la lunga assenza di una donna, magari in un ruolo chiave, può essere fortemente penalizzante per l’azienda. Lo Stato deve intervenire. Se fossi al governo? Farei una legge – con tutte le tasse che paghiamo – che dia agevolazioni alla donna e all’imprenditore in egual misura».