La legge di stabilità varata dal governo delle larghe intese ha scontentato tutti, a partire dai sindacati, molto critici sull’inefficacia rispetto al cambiamento, a partire dal rilancio dei consumi. Vediamo quali sono in dettaglio i cambiamenti introdotti dalla legge di stabilità in tema di lavoro.
Il taglio del cuneo fiscale
Il taglio del cuneo fiscale ovvero della differenza tra lo stipendio netto del lavoratore e il salario lordo in carico all’azienda, è un intervento molto contenuto. In pratica si tratta per il 2014 di 2,5 miliardi di euro così ripartiti: 1,5 per ridurre l’Irpef per le fasce di reddito medio basse, 40 milioni per ridurre l’Irap quota lavoro e 1 miliardo a vantaggio delle imprese, come intervento sui contributi sociali. A conti fatti, il beneficio per i lavoratori sarà di poche decine di euro all’anno.
Le stabilizzazioni
All’articolo 6 della legge è stato inserito un comma che modifica la legge Fornero, e in particolare la restituzione del contributo aggiuntivo dell’1,4% (varato per finanziare il nuovo ammortizzatore, Aspi) per le imprese che trasformano i contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. La legge di stabilità consente la restituzione completa alle aziende di questo contributo addizionale dell’1,4% pagato in caso di attivazione di un contratto a tempo ma che ora viene stabilizzato. Per finanziare questa modifica si prevede uno stanziamento di 70 milioni di euro nel 2014. Funzionerà? Indubbiamente funzionerà molto poco visto che stabilizzare un dipendente costa molto di più del recupero dell’1,4% pagato a suo tempo.
Cassa integrazione e mobilità in deroga
Per cassa e mobilità in deroga nel 2014 il governo ha previsto un rifinanziamento di 600 milioni in aggiunta al miliardo già stanziato dall’ex Ministro Fornero.
Social card anche per extracomunitari
Il fondo per la social card viene ricostituito per il 2014 con 250 milioni e i benefici vengono estesi anche ai cittadini comunitari e agli stranieri in possesso di permesso di soggiorno per lungo periodo.
Non autosufficienza
Sono stati stanziati 240 milioni di euro per il fondo per la non autosufficienza, davvero molto pochi, cosa che sta provocando le proteste di chi ha familiari non autosufficienti e si vede tagliare i fondi di anno in anno, trovandosi praticamente a pagare gran parte delle cure da solo.
Dipendenti pubblici
E’ previsto un nuovo fermo della contrattazione fino a tutto il 2014 e la perdita dell’indennità di vacanza contrattuale per il biennio 2013-2014. Prorogato anche lo stop parziale al turn over fino al 2018, ovvero alla possibilità di pensionamenti e nuove integrazioni, che avverranno invece con queste modalità: assunzioni al 40% dei ritiri per l’anno 2015, al 60% per l’anno 2016, al 80% per l’anno 2017. Deciso anche un taglio del 10% degli straordinari, misura ridotta al 5% per militari, polizia e vigili del fuoco. Per gli statali è prevista infine anche una rateizzazione del Tfr, che sarà corrisposto in due rate per gli importi superiori ai 50 mila euro, come già accade per le liquidazioni superiori ai 90 mila euro.
Pensionati
Nuovo blocco della rivalutazione delle pensioni, in pratica non aumenteranno. Per gli assegni di importo superiore ai tremila euro, non ci sarà più la rivalutazione automatica con l’adeguamento al costo della vita. Inoltre, l’adeguamento sarà al 90% per quelle superiori a tre volte il trattamento minimo Inps, al 75% per quelle superiori a quattro volte il minimo, e al 50 % per quelle superiori a cinque volte il minimo. E’ ancora allo studio il contributo di solidarietà per le pensioni superiori ai 100 mila euro annui, che potrebbe essere tra il 5% e il 15%