La città termale prova a ripartire dalle startup e dall’innovazione. Al via un progetto di coworking promosso dal Comune che unirà competenze diverse anche per promuovere il territorio. Opportunità anche per i neo laureati. I protagonisti: “Non abbiate paura di condividere”. Daniela (31 anni) si occupa di comunicazione. Simone (45) e Davide (23) di mobile e sviluppo app per smartphone. Hanno deciso di lavorare insieme, condividere non solo uno spazio fisico, ma anche idee, progetti, clienti.
Con loro ci saranno anche liberi professionisti di marketing, videomakers, fotografi, grafici. Una decina di persone, ciascuna con le proprie conoscenze, esperienze. La nuova frontiera del lavoro e del nuovo modo di fare e intendere l’impresa prova a farsi strada anche a Salso. Una scommessa per una città che negli ultimi anni ha visto la drammatica crisi del settore termale.
Il Comune ha deciso di puntare su un progetto di coworking – presentazione ufficiale sabato 16 novembre nella sala del Consiglio – di lavoro condiviso, mettendo a disposizione spazi mentre le utenze sono a carico dei coworkers. L’iniziativa non solo darà modo ai singoli o alle imprese di portare avanti la propria attività di business, ma avrà ricadute anche sul territorio, con lo sviluppo di azioni per rilanciare e promuovere il turismo.
Per i liberi professionisti, le startup, non è solo questione di risparmiare costi di affitto, logistica o quali che siano. Il coworking, nato a San Francisco, ha ricadute anche da un punto di vista sociale e persino ambientale. Riscrive il modello di business. La parola chiave è condivisione.
Lo spiega chiaramente Simone Zappatini, che insieme a Davide Salaffi, ha creato Appycom, specializzata in web 2.0 e sviluppo mobile: “Il coworking non è per tutti, significa passare dalla vecchia mentalità di fare business in modo egocentrico, a un’ottica di condivisione. A chi vuole provare dico non abbiate paura di condividere. Noi abbiamo già un nostro parco clienti, ma ci interessano i punti di vista che possono portare altre persone. Siamo alla ricerca d’innovazione, che può derivare da esperienze diverse dalle nostre, c’è la necessità di collaborare”.
Daniela Ravanetti, libera professionista, cura in autonomia l’ufficio stampa in ambito e-commerce di realtà come ibs.it e libraccio.it: “Stare tutti insieme è un valore grandissimo. Nella mia esperienza ho conosciuto momenti di difficoltà, e ho pensato che avere un coworkig mi sarebbe servito. Sento la necessità di condividere, il confronto è la parte che mi manca di più. Così invece possiamo creare sinergie, che oggi sono fondamentali”.
Daniela sottolinea anche i risvolti di sostenibilità: “Condividere gli spazi riduce l’impatto ambientale, c’è meno spreco, invece di 100 stampanti ne usi una per tutti. Davide Salaffi: “La condivisione d’idee è potenzialmente utile a ogni startup. Con il coworking riesci a non essere solo nel tuo ufficio, il confronto può portare freschezza”.
Un modello di lavoro e d’attività social, orizzontale come il web, e che mette in discussione quanti accusano la rete di isolare invece che di unire. Azzardando un paragone, sembra quasi una rivisitazione moderna, riveduta e modificata, di quel sistema cooperativo che ha fatto grande l’Emilia Romagna. Perché i coworker di Salso potranno contribuire a sviluppare anche il territorio. Il legame con la città è fondamentale.
“A Salso – spiega Daniela – si vuol far nascere una realtà forte, un network che operi e progetti per il territorio, con iniziative di turismo e marketing digitale che possano contribuire a rilanciarlo. Io ho scelto di stare a Salso, di non abbandonarla, sarebbe impossibile lasciarla, la qualità della vita è un di più. Qui troviamo il compromesso migliore. Possiamo seguire i nostri clienti a Milano o Roma, ma lavoriamo nella nostra terra. Siamo un piccolo centro, è importante unire i professionisti, sfatare il mito che sia possibile solo nella grande città. Possiamo far crescere una rete di professionisti, farne nascere di nuovi”.
Il progetto prevede la possibilità, attraverso un programma d’incubazione, di formare nuove professionalità, puntando a coinvolgere chi si affaccia per la prima volta al mondo del lavoro. Che consiglio dare a chi inizia e magari vuole sperimentare una realtà di coworking?
Simone: “Di buttarsi in iniziative come queste, perché le difficoltà oggi sono enormi. Si comincia con entusiasmo, con spensieratezza, poi però ti devi andare a procacciare il lavoro. Essere in una rete di questo tipo aiuta”.
Davide: “All’inizio quando si lancia una startup si parte anche con incoscienza. Poi finiti i primi lavori, arrivano i momenti difficili. Il coworking può aiutare queste realtà, è una risorsa fondamentale”. Daniela è sulla stessa linea: “Buttarsi, tutti si meritano un’opportunità di portare avanti un progetto e fare ciò che piace. E non bisogna averne paura di parlarne, di condividerlo”.
FONTE: La Repubblica – Edizione Parma – 15 Novembre 2013