Ora l’inchiesta che farà luce sulla morte del giovane operaio Sylvestre Tchouo Ngassam. La Filctem-Cgil: «Bisogna capire cosa è successo, non è chiaro»
Sylvestre Tchouo Ngassam era nato a Yaoundé, Camerun, da dove era partito dodici anni fa per trovare qualcosa di più, in Italia. L’aveva trovato a Ferrara quel di più. Sarà però sepolto a Bafoussam, Sylvestre Tchouo Ngassam, il ragazzo 34enne morto sul lavoro sabato pomeriggio alla Amp di Cassana. E la sua salma verrà trasferita in questa città dove ha voluto la tumulazione la sua famiglia, dopo che verrà dato il nulla osta dalla procura: «Ci riuniremo per organizzare tutto, siccome la salma è sotto sequestro, quando finiranno le indagini daremo incarico ad una agenzia per il rimpatrio della salma di Sylvestre», spiega Lumière uno degli amici più cari di Sylvestre. E ora sulla morte di Sylvestre, schiacciato dal muletto che stava guidando, la procura ha aperto una inchiesta che dovrà accertare eventuali responsabilità. Ma in attesa di questa, la comunità camerunense, in città molto attiva e unita, già si sta muovendo per aiutare la famiglia del ragazzo (si possono contattare i numeri 328-4463694 (Serge) 0328-4414727 (Lumier)).
La comunità camerunense già colpita in altre occasioni dal lutto e dal dolore per la morte di suoi componenti, da sabato si è unita ancor di più nel dolore quando ha appreso della tragedia di Sylvestre: tanto che, dicevamo, è già partita una sottoscrizione tra la comunità camerunense, ma l’appello ad aiutare la famiglia è rivolto a tutti. E infatti non solo la comunità si muove. «Penso che oggi ne parleremo in azienda – spiega Mauro Cavazzini, segretario Filctem Cgil – per cercare di dare una mano alla famiglia, per il rimpatrio della salma già deciso: credo sia doveroso rivolgere un pensiero alla giovane moglie e alla bambina e si trovino i mezzi per esser loro il più vicino possibile». Cavazzini pensa anche alla azienda, il cui titolare, sabato pomeriggio, arrivato subito in azienda, ha fatto il punto sulla tragedia.
«Sul fatto? Non posso e non voglio entrare nel merito sul come e perchè, prima di fare valutazioni bisogna capire cosa sia successo nell’interesse di tutti – aggiunge Cavazzini – Posso dire che ho visto la proprietà sabato pomeriggio, dopo il fatto, ed era molto colpita da questa tragedia». Una tragedia che andrà collocata nell’elenco dell’ennesima morte sul lavoro. «E’ così, e l’unica cosa che si può dire in questo momento è che non si può morire sul lavoro, un dramma che ancora una volta siamo costretti a registrare». «Su ciò che è successo sabato – conclude Cavazzini – non riesco a poter dir tanto: posso dire che domani (oggi, ndr) ci incontreremo con l’azienda per fare il punto e finchè l’ indagine è in corso e non ci sarà un risultato, non ci si può sbilanciare. Si potrà parlare di responsabilità, in un senso o nell’altro, solo quando si avranno certezze. Siamo di fronte alla perdita di una persona, un giovane operaio. Ripeto, l’unica cosa che si può dire è che non si morire sul lavoro, e si deve pensare ora ad aiutare la famiglia di Sylvestre».