Il Tribunale di Milano ha accolto il nuovo ricorso presentato da quattro giovani stranieri residenti in Italia, e ha accertato il “carattere discriminatorio” del bando per il Servizio Civile (il termine per partecipare al bando scadrà il 4 novembre alle 14, e possono partecipare i giovani dai 18 ai 28 anni d’età) che anche quest’anno richiedeva la cittadinanza italiana. Il giudice ha quindi ordinato “all’Ufficio nazionale per il servizio civile presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri” di consentire “l’accesso anche agli stranieri soggiornanti regolarmente in Italia”. Un requisito che oggi come oggi non ha più motivo di esistere, a maggior ragione dopo una sentenza. Le associazioni accusano “l’indifferenza del ministero verso le pronunce giudiziarie che avevano ritenuto discriminatoria la clausola di esclusione dei giovani di origine straniera”.
Questo perchè deve essere permesso “allo straniero residente in Italia di concorrere al progresso materiale e spirituale della società e all’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale attraverso la sua partecipazione al servizio civile nazionale […] in questo contesto il Servizio Civile tende a proporsi come forma spontanea di adempimento del dovere costituzionale di difesa della Patria”
Ci si rifà insomma all’articolo 2 della Costituzione: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Nonostante nel 2012 il Tribunale di Milano abbia sancito come “discriminatorio” il requisito di ‘cittadinanza italiana’, tale requisito nel bando 2013 è ancora presente, in barba a tutte le promesse di uguaglianza e integrazione fatte allora. Quindi i giovani stranieri, che poi stranieri non sono perchè magari vivono da molti anni in Italia, non possono fare domanda.
Nel 2011 fece ricorso un ragazzo di origine pachistana, e il giudice Carla Bianchini gli aveva dato ragione. Quindi per farsi ascoltare non resta che una mossa: fare nuovamente ricorso.
Asgi – Associazione studi giuridici sull’immigrazione e Apn – Avvocati per niente onlus hanno infatti depositato al Tribunale di Milano un nuovo ricorso, supportando la richiesta di quattro ragazzi di origine straniera che non avendo la cittadinanza italiana, pur essendo residenti qui da oltre dieci anni, non possono effettuare Servizio Civile volontario.