169 dipendenti della storica azienda Burgo di Mantova, in cassa integrazione dal febbraio 2013, oggi hanno appreso che invece del rientro dalla cassa integrazione riceveranno la lettera di licenziamento, con conseguente avvio delle procedure di mobilità.
Le Cartiere Burgo sono un’azienda cartaria fondata nel 1905 da Luigi Burgo, poi diventato Senatore del Regno, allora giovane ingegnere elettrotecnico che aveva realizzato a Verzuolo,in Cuneo, un impianto idroelettrico. La cartiera fu appunto pensata per utilizzare l’abbondanza di acqua e di energia fornita dalla centrale.
Già nel 1918 la cartiera Burgo era una delle più importanti d’Italia e nel 1924 produce 400.000 quintali annui. In collaborazione con l’IRI costituisce la Cellulosa d’Italia CELIDIT
Nel secondo dopoguerra ha 7 stabilimenti di carta e 4 di produzione cellulosa. In collaborazione con il gruppo Scott realizza una serie di stabilimenti: Villanovetta, Maslianico, Maraino e a Romagnano Sesia.
La pesante crisi industriale del settore comporta importanti ristrutturazioni. Nel 2004 la Burgo è integrata nel gruppo cartario Marchi e si realizza perciò una concentrazione di 15 stabilimenti.
Il 9 febbraio 2013 lo stabilimento di Mantova ha chiuso i battenti, motivando tale scelta per via delle perdite di 1 milione di euro al mese.
Tutti in mobilità, tranne uno: il direttore dello stabilimento Arno Alzetta. La Burgo Group ha avviato ieri la procedura che porterà materialmente al licenziamento di 169 dei 170 lavoratori occupati nello stabilimenti di viale di Poggio Reale, chiuso dal 9 febbraio scorso. La lettera partita ieri dalla sede di Altavilla Vicentina era comunque attesa dalle Rsu dello stabilimento e dai dipendenti che da mesi hanno allestito il presidio nella sala mensa. I tempi tecnici di definizione della mobilità sono infatti di circa 75 giorni, un periodo che corrisponde più o meno a quanto manca ad arrivare all’anno di cassa integrazione straordinaria (Cigs).
La lettera stilata dalla proprietà punta ad avviare la procedura di mobilità in quanto l’azienda non è «in grado di garantire il reimpiego dei lavoratori sospesi al termine del periodo di Cigs, in scadenza in data 8 febbraio 2014, a seguito della totale cessazione dell’attività presso il sito produttivo dello stabilimento di Mantova».
L’azienda ribadisce le motivazioni della decisione, legata alle difficoltà del settore cartario nazionale e internazionale che sono state aggravate dal rallentamento globale dell’economia, con relativo crollo della domanda di carta da giornale senza prospettive di ripresa anche per il progressivo diffondersi di sistemi di lettura alternativi. Più nello specifico, Burgo segnala che dopo che lo stabilimento mantovano, che già aveva chiuso bilancio in rosso nel 2010 e 2011, lo scorso anno ha visto il conto economico in ulteriore peggioramento per l’incremento dei costi a fronte dell’impossibilità di aumentare i prezzi ed al rifiuto delle «proposte di revisione del costo del lavoro dello stabilimento, se non il mero blocco del turn over, -13 unità nel 2012, frutto anche di un ridotto calendario di lavoro».
L’azienda afferma che non esistono alternative alla cessazione dell’attività: impossibile, spiegano ad Altavilla Vicentina, ipotizzare produzioni alternative, impossibile proseguire la produzione anche in misura ridotta, impossibile proseguire modificando l’organizzazione del lavoro, impossibile ripianare le perdite, impossibile effettuare nuovi investimenti.
Ed ora? Impossibile, secondo la Burgo, anche utilizzare nuovi ammortizzatori sociali. Questo significa che dal 9 febbraio 136 operai e 36 impiegati della cartiera saranno senza lavoro. Paradossalmente, questo potrebbe tramutarsi in un elemento non completamente negativo. Visto che la Burgo non torna sui suoi passi, l’unica speranza di vedere tornare l’attività nello stabilimento realizzato da Nervi è quelle dell’ingresso di un nuovo imprenditore. Il nome che circola da tempo a livello di possibile interessamento è quello del gruppo trevigiano Pro-Gest. E la condicio sine qua non di un eventuale subentro potrebbe essere proprio quella di poter assumere personale che si trova in mobilità, per usufruire dei relativi vantaggi. Nel frattempo, il presidio continua.