Finalmente, grazie a una serie di ricorsi al TAR, sembra sbloccarsi la situazione di coloro che in diversi concorsi per la Polizia di Stato, Carabinieri, Esercito e Guardia di Finanza. Sono risultati idonei superando tutte le prove, ma non sono mai stati assunti perché nel frattempo si attuavano altri concorsi e le assunzioni venivano fatte erroneamente prendendo gli idonei vincitori delle nuove graduatorie. Per legge, dovevano passare prima gli idonei non vincitori delle graduatorie precedenti.
Per molti idonei scartati ingiustamente si riaccende ora la speranza. Centinaia di ragazzi ingiustamente dimenticati in graduatoria hanno optato per le vie legali: denunciare lo Stato. Perché, accusano, esiste una legge che impone lo scorrimento degli idonei non vincitori nelle graduatorie dei concorsi pubblici. Insomma, devono entrare prima loro, prima di indire nuovi concorsi e proseguire con altre assunzioni.
Il decreto D’Alia, diventato legge nell’ottobre 2013, prolunga infatti la validità delle graduatorie dei concorsi nella pubblica amministrazione fino al 31 dicembre 2016 e impone di assumere tutti i vincitori e gli idonei delle graduatorie ancora valide prima di bandire nuovi concorsi. Ma le forze dell’ordine sembrano ignorarlo: nemmeno un mese dopo la promulgazione della legge, la Polizia penitenziaria ha bandito un nuovo concorso. Gli idonei del concorso precedente sono rimasti fuori.
Il Movimento 5 Stelle sta cercando di far approvare in commissione Affari costituzionali alla Camera un emendamento per garantire lo scorrimento delle graduatorie, ma intanto molti idonei hanno fatto ricorso. Prima il gruppo della Polizia penitenziaria, che ha appena notificato il procedimento al ministero della Giustizia, poi sarà il turno dei ragazzi dei Carabinieri e della Guardia di finanza. Tra di loro anche i non vincitori dell’ultimo concorso per allievo maresciallo: una selezione su cui sta addirittura indagando la procura di Bari. Restano in attesa i poliziotti, pronti a rivolgersi al Tar non appena uscirà un nuovo bando.
L’applicazione del decreto D’Alia non sembra però così immediata. Nonostante il ministro della Funzione pubblica, interpellato alla Camera dal deputato Pd Emanuele Fiano il 15 ottobre 2013, avesse assicurato che la norma era in vigore anche per il comparto Difesa e Sicurezza. Sentito da LaRepubblica, D’Alia ha precisato che questa è una legge generale che non può derogare a quelle speciali, come la disciplina sul reclutamento delle forze di polizia, che prevede un sistema di programmazione quinquennale nel quale i posti disponibili sono messi annualmente a concorso. Esiste però una circolare del novembre 2013 che elenca le categorie che sono escluse dall’applicazione della norma, come la sanità o la scuola, e le forze dell’ordine non vengono mai menzionate. Anzi le amministrazioni centrali, come i ministeri da cui dipendono Polizia, Carabinieri e gli altri, sono sottoposte alla legge”.
Decide il Tar, insomma? La decisione finale spetta in definitiva al Tribunale amministrativo regionale, ma anche nel caso in cui dovesse dare ragione ai ragazzi, lo scorrimento non sarebbe indolore: con quale ordine dovrebbe essere assunto il personale?
Esistono due possibilità: la prima è quella di assumere prima le seconde aliquote, sospendendo la ferma quadriennale, e poi gli idonei. La seconda è quella di incorporare prima gli idonei. Entrambe le soluzioni però presentano delle problematiche: nel primo caso l’Esercito si troverebbe improvvisamente privato di personale. Nel secondo, più facile da applicare dal punto di vista pratico, si commetterebbe un’ingiustizia nei confronti dei ragazzi vincitori che vedrebbero assunti prima di loro ragazzi solo idonei.
Resta da vedere come si mette però per tutti coloro che, nel frattempo, sono arrivati oltre l’età massima per entrare nelle Forze Armate.