L’incredibile Storia di una Professoressa di Trento Licenziata perchè Lesbica
Siamo alle soglie del 2015 ed ancora dobbiamo fare i conti con le discriminazioni Sessuali in Ambito Lavorativo…
L’ultimo episodio è avvenuto nella Città di Trento dove una Professoressa dell’istituto cattolico parificato Sacro Cuore di Trento, è stata Licenziata a causa del suo orientamento sessuale.
La direttrice dell’istituto ha convocato la Professoressa nell’aula docenti priva di testimoni, in un primo momento la docente pensava di dover discutere sulle ore da fare il prossimo anno, invece la Direttrice ha iniziato a farle delle domande su delle voci che circolavano circa una sua relazione con un’altra donna.
L’insegnante è rimasta senza parole non rispondendo di fatto alla domanda e facendo intendere che le Voci fossero vere, a quel punto la Direttrice dell’Istituto fa intendere alla Docente che era disposta a chiudere un occhio se avesse dimostrato di voler ‘risolvere il problema’.
Una situazione davvero assurda e ai limiti della Decenza Umana, nel 2015 in Ambito Lavorativo dovrebbero contare altre cose, come la Bravura nel proprio Lavoro, la professionalità, l’impegno, l’educazione…proprio quella che è mancata alla Direttrice dell’istituto Cattolico Parificato Sacro Cuore di Trento.
Il Papa Francesco molte volte ha affrontato l’argomento e si è dimostrato favorevole a questo tipo di unioni, ecco la Direttrice dovrebbe prendere come esempio il suo Superiore e cercare di giudicare le persone ed i Lavoratori in base ad altri principi e non certo per il loro orientamento sessuale, la chiesa dovrebbe essere di buon esempio su questi aspetti della vita ed invece ancora una volta hanno mostrato tutta l’ingnoranza di cui sono Capaci.
Di seguito alcune dichiarazioni rilasciate dalla Maestra di Trento:
La domanda che mi ha fatto la madre superiora è offensiva, perchè ha leso i miei diritti di cittadina e di insegnante. Forse sono lesbica, forse no. Ma chiedermi di smentire voci sul mio orientamento sessuale, e far dipendere dalla risposta il rinnovo del contratto, è stato inaccettabili.
La direttrice dell’istituto «mi ha voluto incontrare nell’aula docenti, dove non c’erano testimoni. Pensavo volesse parlarmi delle ore da fare il prossimo anno, sono al quinto contratto a tempo determinato e a buon punto per l’abilitazione. Invece se n’è uscita con quella domanda. Aveva sentito delle voci secondo le quali io avrei una compagna e, testuale, ‘siccome devo tutelare questo istituto cattolico e c’è da rinnovare il suo contratto’, mi ha chiesto di smentire o confermare quelle voci.
Poichè non avevo intenzione di svelare niente, suor Eugenia ha osservato che ‘stavo dimostrando la fondatezza delle voci’. Sembrava mi volesse umiliare. Stavo per andarmene e a quel punto – prosegue la professoressa – lei prova a rimediare, facendomi capire che era disposta a chiudere un occhio se avessi dimostrato di voler ‘risolvere il problema’. Ammesso che sia gay, dovrei guarire da qualcosa?.
In Italia la professionalità, la bravura, non conta niente. Quel che mi è successo è roba da Medioevo, chiedo al ministero dell’Istruzione un reale controllo sui finanziamenti erogati alle scuole paritarie. Ce ne sono alcune che non li meritano. Voglio solo coerenza.