Il TFR in Busta Paga è una delle tante novità introdotte dal Governo Renzi in ambito Fiscale, questo provvedimento ha l’obiettivo di aumentare la consistenza della Busta Paga del Lavoratore sia Pubblico che Privato, il provvedimento non è Obbligatorio ma è facolta del Lavoratore decidere se avere il TFR nella propria Busta Paga, ma non tutti sanno però che averlo nella Busta Paga anzicchè quando si va in Pensione comporta dei rischi, in questo articolo vedremo le 10 Cose che forse non conoscete sul TFR in Busta Paga.
TRR in Busta Paga
Prima di andare ad analizzare le 10 Cose Importanti da Conoscere è bene rinfrescare la memoria su cosa sia in TFR, Il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) comunemente nota come Liquidazione, coinvolge tutti i Lavoratori Dipendenti i quali una volta giunti alla fine del Rapporto di Lavoro (sia per Età Pensionabile o per altri motovi) hanno diritto ad una somma di denaro che il Datore di Lavoro ha accumulato nel corso degli anni in cui si è protratto il Rapporto Lavorativo, il TFR ammonta al 6,9% della retribuzione lorda, che viene accantonata ogni anno, a questo viene aggiunto un’ulteriore 0,5% (per un totale del 7,4%) necessario per alimentare un fondo di garanzia dell’Inps nel caso l’azienda Fallisse.
Inizialmente il provvedimento doveva partire dal 1 Marzo 2015 ma a causa di alcuni intoppi Burocratici è stato spostato al 1 Aprile 2015 (non è un Pesce d’Aprile 🙂 ).
Tassazione del TFR
La prima cosa da conoscere è la Tassazione cui è soggetto il TFR che è molto diversa se si scegliere di averlo nella Busta Paga anziché alla fine del Rapporto di Lavoro.
Quando il TFR viene percepito sottoforma di liquidazione, ha una Tassazione che tiene conto dell’aliquota media applicata sullo stipendio del lavoratore negli ultimi 5 anni in genere è del 23%, nel caso in cui il Tfr si decide che venga destinato alla previdenza integrativa, la Tassazione scende al 15% della rendita maturata, infine se aumenta la durata del piano di risparmio la percentuale può scendere fino al 9%.
Il discorso cambia qualora si decide di percepirlo in Busta Paga, in questo caso il Lavoratore avrebbe degli incrementi di Stipendio i quali subiscono una Tassazione Ordinaria essendo soggetti all’IRPEF e quindi penalizzati dal punto di vista fiscale.
Il Lavoratore si troverebbe in alcuni casi a pagare più Tasse poichè l’IRPEF è una Tassa Progressiva le cui Aliquote aumentano all’aumentare dello Stipendio percepito e possono arrivare anche al 43%.
TFR in Busta Paga, facciamo due Conti
Decidere di avere il TFR subito nella Busta Paga signigfica quindi avere uno Stipendio più corposo, ma precisamente a quanto ammonterebbe l’Aumento di Stipendio?
Facciamo un’esempio pratico prendendo in esame un Lavoratore che percepisce come stipendio 1.500 euro netti al mese, in questo caso decidendo di percepire il TFR in Busta Paga andrebbe soggetto ad un’aumento di circa 90 euro mensili, è evidente quindi che non stiamo parlando di grandi Cifre e diventa quindi obbligatorio riflettere prima di prendere una decisione in tal senso.
Altro aspetto da tenere in forte considerazione è la Liquidazione o Pensione Integrativa che giocoforza sarà più bassa, prendendo sempre come esempio lo stipendio mensile di 1.500 € nel caso in cui si decide di ricevere in Busta Paga il TRF per 36 mesi (3 Anni) il Lavoratore si troverà circa 6.000 Euro in meno sulla sua Liquidazione e circa 40 Euro al mese di pensione integrativa in meno.
TRF in Busta Paga, chi è Esluso?
Forse non tutti sanno che questo provvedimento non è destinato a tutti i Lavoratori, infatti sono esclusi i dipendenti pubblici i quali non hanno un Tfr ma possiedono un’altro tipo di buonuscita chiamato TFS (Trattamento di Fine Servizio) che viene calcolata con modalità del tutto Differenti dal tradizionale TFR.
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