Il Concorso Scuola 2016 non è ancora terminato che già in questi giorni si parla del nuovo Concorso 2017, a darne annuncio è stata lo stesso ministro dell’istruzione Giannini il quale ha fornito anche i numeri attuali della riforma e quelli futuri, nel dettaglio si parla di 32.419 docenti, di cui 25.198 su posto comune e i restanti 7.221 sul sostegno, le nuove immissioni prenderanno il via a partire dal 15 settembre che includeranno anche 10.294 relativi al personale ATA (personale tecnico-amministrativo) attraverso le graduatorie permanenti, 285 dirigenti scolastici e 53 educatori.
Concorso Scuola 2017, i dettagli
I numeri sono emersi in seguito al Consiglio dei ministri che ha dato il via ad un corposo pacchetto di assunzioni a tempo indeterminato per l’anno scolastico 2016/2017, un totale di 43 Posti di Lavoro a cui andranno aggiunti altri 507 posti del Personale ATA mediante mobilità delle province.
Il ministro Giannini ha poi sottolineato che tra i 32.419 docenti neoassunti vi saranno anche i primi vincitori della nuova selezione al quale il governo sta già lavorando, tra il concorsone, 63mila posti, e scorrimento delle graduatorie a esaurimento (le «Gae»), per altri 30mila posti, nei prossimi 3 anni il governo Renzi ha calcolato che saranno assegnate 90mila cattedre a tempo indeterminato, numeri che si vanno a sommare ai quasi 90mila docenti assunti e stabilizzati lo scorso anno grazie alla legge 107.
Queste sono le parole rilasciate dal ministro dell’istruzione e dal Governo, ora è necessario avere un riscontro pratico di queste affermazioni, infatti proprio in questi giorno su BlogLavoro avevamo evidenziato come il concorso che si sta svolgendo in queste settimane, al momento si sia rivelato un vero flop, l’elevatissima percentuale di docenti bocciati e tante procedure non chiare hanno indotto alcune deputati (Pippo Civati, Beatrice Brignone, Andrea Maestri, Toni Matarrelli e Luca Pastorino) a chiedere un’interrogazione parlamentare proprio nei confronti del Ministro dell’istruzione che al momento non ha rilasciato nessuna dichiarazione sulla vicenda.
Il consiglio dei ministri ha anche relazionato 2 decreti che agiranno sui regolamenti Gelmini del 2010 e che avranno effetto su istituti tecnici e professionali, illustrando le ragioni della rivisitazione dei quadri orari (provvedimenti resi necessari dopo che alcune pronunce del Tar hanno imposto all’amministrazione di motivare le scelte operate sei anni fa).
Per quanto riguarda invece il decreto che dovrebbe attuare la riforma Madia e che ha come scopo la semplificazione degli enti di ricerca, ha subito un rinvio a causa di un verifica da parte del ministero dell’Economia che deve appurare se ci sono le coperture economiche necessarie per attuare il decreto.
Tra le altre cose, l’attuazione del decreto permetterebbe non solo di semplificare l’attività generale degli enti di ricerca, ma anche di dare una certa autonomia nell’effettuare assunzioni di nuovo personale ma solo per gli enti che avranno i conti a posto.
Ora l’ultima possibilità per apportare queste modifiche agli enti di ricerca (che ne avrebbero bisogno come il pane) è nel consiglio dei ministri del 25 agosto, poichè proprio alla fine di agosto scade la delega e il rischio che gli enti restino ancora vincolati alla Pubblica Amministrazione è molto forte dunque è che l’attesa semplificazione dai vincoli della Pa per la ricerca pubblica finisca in un nulla di fatto. Così come c’è anche il rischio che dal decreto vengano eliminate molte semplificazioni per evitare di impattare sulla finanza pubblica, vanificando di fatto la volontà più volte ribadita anche dal premier Renzi di dare più autonomia e forza al pianeta della ricerca.