Mancano pochi mesi all’approvazione della legge di stabilità 2017 al cui interno saranno incluse molte novità che riguarderanno la riforma delle pensioni per il 2017, una delle principali novità che riguarderà proprio il settore pensionistico è il cosiddetto APE Anticipo di Pensione che consintirebbe di andare in pensione con alcuni anni di anticipo ma con il vincolo di stipulare un prestito ventennale con una banca che provveda al pagamento della pensione fino al raggiungimento dell’età pensionabile dove l’assegno mensile verrà poi pagata dall’INPS.
Pensione Anticipata: ecco alcuni nodi da sciogliere
In questi ultimi mesi ci sono stati molti incontri tra il Governo e i Sindacati per cercare di giungere ad un’accordo proprio sull’annosa questione delle pensioni, che necessariamente deve essere riformata con l’introduzione di modifiche in molti ambiti come Rita, la ricongiunzione gratuita, i lavoratori precoci e i lavori usuranti, l’aumento della no tax area e l’introduzione della quattordicesima.
I temi da affrontare sono davvero molti ed il governo ha dichiarato apertamente che non ci sono le risorse economiche per far fronte a tutte queste problematiche, per cui con la riforma delle pensioni 2017 alcuni settori rimarranno tagliati fuori.
Ciò che maggiormente il Governo vuole introdurre è l’APE Anticipo di Pensione, sul quale però i sindacati più volte hanno manifestato il loro dissappunto, ed anche il nostro portale ha evidenziato che si tratta di un favore fatto a banche e assicurazioni.
Considerazioni a parte, ad oggi ci sono alcuni nodi che non sono del tutto chiari, di seguito andiamo ad analizzarli singolarmente:
A che età si può richiedere l’anticipo pensionistico?
Su questo aspetto i sindacati avevano chiesto uno sconto sull’età pensionabile pari a quattro anni ma la richiesta difficilmente verrà accolta dal governo che è più orientato ad applicare un sconto di 3 anni e 7 mesi, in questo modo i lavoratori potranno andare in pensione anticipatamente a 63 anni
Detrazioni fiscali per chi va in pensione anticipata
L’altro nodo da sciogliere è quello relativo alle detrazioni fiscali per la restituzione dell’anticipo di pensione, infatti ricordiamo che i lavoratori stipuleranno un prestito con una banca che dovrà essere restituito con rate mensili dal ricevimento del primo assegno di pensione da parte dell’INPS, questo ovviamente comporterà una decurtazione sull’assegno di pensione.
Al momento le intenzioni del governo sembrano quelle di favorire i lavoratori in condizioni di difficoltà (disoccupati, soggetti con bassi redditi, lavori usuranti e invalidi) per i quali saranno previste delle detrazioni fiscali che permetteranno di avere una decurtazione sull’assegno nell’ordine dell’1%, per le altre categorie di lavoratori la rata di restituzione del prestito potrà superare anche il 15% del valore dell’assegno nel caso del massimo anticipo pensionistico.
Pensione anticipata: quale sarà il valore dell’Ape?
Altro punto sul quale il Governo dovrà fare chiarezza è quello relativo all’ammontare dell’assegno di accompagnamento alla pensione, in pratica si dovrà dare un’indentita all’APE e decidere che considerarlo un trattamento pensionistico a tutti gli effetti o classificarlo come un sussidio sostitutivo della pensione.
Ad oggi le intensioni del Governo indicano che l’importo dell’assegno anticipato sarà stabilito sulla base del coefficiente di trasformazione legato all’età di pensionamento naturale, quindi non per quella in cui si accede all’APE.
Sull’Ape si versano i contributi?
Altro aspetto poco chiaro è quello legato ai Contributi infatti si dovrà stabilire se al lavoratore gli verranno riconosciuti i contributi figurativi nel periodo in cui riceve l’assegno dell’anticipo pensionistico dell’Ape oppure no, in caso positivo il lavoratore potrà far considerare i contributi al momento dell’accesso alla pensione in questo modo l’importo dell’assegno mensile potrebbe essere più corposo.
I prossimi mesi saranno decisi per delineare tutti gli aspetti poco chiari che abbiamo evidenziato, resta il fatto che i sindacati non sono per nulla propensi ad questa proposta avanzata dal governo poichè considerano inaccettabile che un lavoratore dopo una vita nel mondo del lavoro debba stipulare un prestito per poter andare in pensione solo con qualche anno di anticipo.
Tra le richieste dei sindacati ci sono quelle di destinare maggiori risorse al settore pensionistico, in questo modo non verranno messe le mani nelle tasche dei pensionati, nelle prossime settimane seguiranno sviluppi sulla questione.