Da tempo si sta parlando della riforma delle PA (Pubblica Amministrazione) che vede coinvolti direttamente anche i Dipendenti Statali in particolare i Dirigenti per i quali sono in arrivo non poche novità con l’apporvazione del decreto voluto dal Governo Renzi, tra le principali novità vi è la durata di ciascun mandato e uno stretto collegamento tra target e stipendio, infatti i Dirigenti che non dovessero centrare gli obiettivi rischiano di perdere un’abbondante quota della retribuzione, fino al 40% ed in alcuni casi sarà possibile anche perdere il posto di lavoro.
Dipendenti Statali, in arrivo la riforma per i Dirigenti
Secondo il Premier Renzi con l’introduzione di questa nuova riforma si darà vita ad un nuovo modello di dirigenza pubblica, con un focus sui premi di risultato piuttosto che di posizione.
Il consiglio dei ministri ad dato il suo primo si (via preliminare) anche ad altri 3 decreti targati Madia, ovvero il riordino delle Camere di commercio che verranno ridotte da 60 a 99, la sburocratizzazione degli enti di ricerca che permetterà di effettuare assunzioni in maniera pià facile e semplificata e lo scorporo del Comitato paralimpico dal Coni.
La riforma della PA interesserà circa 36 mila dirigenti pubblici che come abbiamo visto verranno interessati da diverse novità, una riforma non certo facile poichè quando si parla di Pubblica Amministrazione i numeri sono sempre molto elevati, il testo della riforma doveva approdare in Consiglio dei ministri lo scorso 10 agosto ma poi si è preferito lavorarci per ancora 2 settimane, ora il decreto dovrà passare alle Camere per i pareri.
La riforma non riguarderà i presidi e medici, per cui sono già in vigore regole ad hoc.
Incarichi, stipendi, obiettivi, formazione, pagelle, licenziabilità, per citare alcuni dei capitoli riscritti dal decreto, al suo primo passaggio in Cdm. Il ruolo unico, il nuovo ‘mercatò della dirigenza, ingloberà tutti, con garanzie limitate solo per chi oggi ricopre la prima fascia, circa 524 posizioni.
Il salvacondotto, per continuare a mantenere la stessa carica, sarà però limitato ad una quota dei dirigenti top (almeno il 30%). Ecco, allora la mappa della dirigenza, stando alla fotografia scattata dall’Aran (aggiornata al 2014).
Settore Dirigenti Prima Fascia
- ministeri 3.016 244
- presidenza consiglio ministri 282 107
- agenzie fiscali 1.571 62
- enti pubblici non economici 826 89
- enti di ricerca 106 22
- regioni e autonomie locali 10.384
- servizio sanitario nazionale 19.090
- università 238
- autorità indipendenti 249 altro 279
TOTALE 36.041 524
Una delle norme che fa più paura del decreto è quella che permette di perdere il posto di lavoro in determinati casi, ma come funziona esattamente?
In realtà la norme non prevede direttamente il licenziamento ma viene concessa la possibilità di optare per la retrocessione a funzionario, inoltre il decreto prevede che chi perde l’incarico a seguito di una revoca per mancato obiettivo, a riguardo le pagelle diventano più definite, ha un anno di tempo per procurarsi un nuovo mandato, dopo di che decade dal ruolo, cioè viene licenziato.
Le nuove norme prevedono delle novità anche in merito agli stipendi, per chi resta senza incarico la vita diventa dura: si resta in standby per un anno poi, nel giro di un triennio, la paga si riduce all’osso.
La retribuzione cambia completamente, la parte variabile, legata ai risultati (si farà attenzione anche al controllo delle assenze), non potrà scendere sotto il 30%, che diventa 40% per i dirigenti generali.