Nei mesi precedenti si è molto discusso della possibilità di poter controllare i dipendenti a distanza tramite l’utilizzo del GPS, tra le categorie di lavoratori maggiormente interessati sono coloro che ovviamente non svolgono un lavoro d’ufficio ma che sono in giro sempre per conto dell’azienda con automezzi forniti da quest’ultima, la questione era nata dopo che un decreto attuativo del Jobs Act autorizzava il datore di lavoro a spiare il proprio dipendete per sapere sempre dove si trovasse in qualsiasi momento della giornata lavorativa.
Nelle ultime settimane sulla questione ci sono state delle importanti sentenze della Cassazione che hanno messo un punto esclamativo sull’annosa questione, secondo le quali il datore di lavoro non può controllare i propri dipendenti attraverso l’uso di determinati strumenti come il GPS, questo soprattutto quando il dipendente svolge i compiti che l’azienda gli assegna quotidianamente.
Secondo i giudici della Suprema Corte questo meccanismo di controllo crea un vero e proprio sistema di “controllo generalizzato che viene predisposto prima ancora dell’emergere di qualsiasi sospetto” e per questo motivo il datore di lavoro può avvalersi di questi strumenti per verificare la violazione degli obblighi contrattuali.
Il caso preso in esame dalla corte di cassazione ha riguardato un’agenzia di sorveglianza privata che aveva presentato ricorso contro la decisione della Corte di appello di Venezia, che già un anno e mezzo fa aveva dichiarato illegittimo il licenziamento di un vigilantes che, secondo le informazioni estrapolate dal GPS installato sul veicolo del vigilantes, non aveva effettuato tutte le ispezioni che l’azienda gli aveva programmato.
Secondo l’azienda vi erano tutti gli elementi per licenziare il vigilantes poichè dai dati del GPS si evinceva il comportamento illicito del lavoratore, che secondo il datore di lavoro aveva violato gli obblighi contrattuali non rispettando la corretta gestione deò patrimonio e l’immagine dell’azienda.
La Cassazione però non ha avuto le stesse idee sulla questione, secondo i quali il sistema di controllo attraverso Gps installato sulle vetture in uso ai dipendenti è stato predisposto “ex ante” e in via generale ben prima che si potessero avere sospetti su una eventuale violazione da parte del lavoratore.
La seconda motivazione della sentenza evidenzia che questi sistemi di tracciatura possono essere utilizzati per evitare attività illecite o per motivi organizzativi o produttivi, ma non possono essere usati per provare l’inadempimento contrattuale dei lavoratori.