Le calzature antinfortunistiche sono tra i più importanti dispositivi di protezione individuale che possano essere utilizzati sul posto di lavoro. Tuttavia, sono in pochi a sapere che queste scarpe hanno, come gli alimenti o i prodotti cosmetici, una scadenza che se non viene rispettata è in grado di compromettere il livello delle prestazioni garantite. Insomma, non bisogna pensare che un paio di scarpe antinfortunistiche possa essere utilizzato per tutta la vita: prima o poi arriva il momento di cambiarle.
Cosa bisogna sapere sulle calzature da lavoro
Come ci suggeriscono i nostri amici di EuroHatria – che hanno contribuito alla realizzazione di questo post e che propongono sul blog aziendale https://www.eurohatria.com interessanti approfondimenti sul mondo del lavoro – non esistono scarpe che abbiano la capacità di durare in eterno, dal momento che il trascorrere del tempo e l’usura inevitabile che deriva da un utilizzo prolungato fanno sì che, a lungo andare, esse si rovinino o, addirittura, si rompano. Ciò vale sia per le calzature normali che per quelle che devono essere indossate sul posto di lavoro, che non possono limitarsi a essere pratiche e confortevoli, ma devono anche garantire la protezione di cui i piedi hanno bisogno. Le scarpe da lavoro, in sostanza, sono soggette a un’usura costante, che ovviamente cambia a seconda del tipo di mansione che si svolge e della quantità di tempo per cui vengono utilizzate. E l’usura c’è sempre, anche nel caso in cui sembri impercettibile: i materiali che compongono le calzature non possono non deteriorarsi nel tempo.
Quando bisogna sostituire le scarpe antinfortunistiche
Appare evidente, pertanto, che prima o poi le scarpe antinfortunistiche debbano essere sostituite. Già, ma quando arriva il momento di rimpiazzarle? La prassi comune suggerisce di provvedere al cambio una volta ogni sei mesi, ma solo se si tratta di calzature che vengono utilizzate tutti i giorni: per scarpe impiegate quotidianamente l’usura è inevitabile, anche se si fa fatica a notarla a occhio nudo. Per tenere i propri piedi al sicuro è bene non essere tirchi e cercare di non andare al risparmio. Sono due, in particolare, gli aspetti che è opportuno tenere sotto controllo: da un lato lo stato di usura effettivo delle calzature e dall’altro lato la data di scadenza che è indicata dal fornitore o dal produttore.
Le scarpe antinfortunistiche hanno una data di scadenza
Come qualsiasi altro dispositivo di protezione individuale, anche le scarpe per il lavoro presentano una data di scadenza: le aziende che le producono sono obbligate per legge a indicarla. In linea di massima il periodo previsto della scadenza oscilla tra i 12 e i 18 mesi, tenendo presenti tutte le variabili che possono intervenire da questo punto di vista: il tipo di lavoro che si svolge, per esempio, ma anche il genere di rischio – di tipo elettrico, di tipo biologico, di tipo fisico, di tipo chimico, di tipo meccanico, e così via – a cui il lavoratore è sottoposto.
Perché le calzature scadono?
Ma qual è il motivo per cui le scarpe antinfortunistiche hanno una data di scadenza? La ragione è molto semplice: alcuni dei materiali che vengono impiegati per realizzarle sono soggetti a deterioramento e, quindi, deperiscono, così da influenzare le proprietà delle calzature in senso negativo. Di conseguenza i requisiti informativi obbligatori che devono caratterizzare i dispositivi di protezione individuale includono la data o il trimestre di fabbricazione e la data di scadenza. Le condizioni in cui le calzature vengono conservate sono decisive, come si può ben immaginare. L’EVA, giusto per proporre un esempio di un materiale comune, può mantenere inalterate le proprie caratteristiche solo a patto che venga conservato a non meno di 5 gradi e a non più di 25.