Se stai pensando di aprire un’attività in proprio, una delle prime cose su cui devi informarti bene è sicuramente la tassazione della partita IVA. Oltre ai documenti necessari e alle spese per iniziare, ti consigliamo di valutare quanto spenderai poi in imposte, per poter pianificare al meglio i primi anni di gestione.
Partendo con il piede giusto potrai inoltre risparmiare e poter crescere: scopri tutto quello che c’è da sapere sulla tassazione in questo articolo e, se ti va, leggi anche un approfondimento su come aprire la Partita IVA seguendo questo link:
https://www.serviziocontabileitaliano.it/come-aprire-partita-iva.html.
Quanto paga di tasse una partita IVA?
La tassazione della partita IVA è sicuramente uno degli argomenti che più interessano a chi sta pensando di lanciarsi nell’imprenditoria e ai liberi professionisti. Non è difficile comprendere la ragione: le imposte incidono sui ricavi netti e quindi sull’andamento dell’attività.
Se stai pensando di fare il grande salto nel mondo dell’impresa, la prima cosa da sapere è che esistono sostanzialmente due regimi a cui fare riferimento: quello ordinario e quello agevolato (chiamato forfettario). Nel primo caso dovrai pagare ogni anno:
- IRPEF: imposta sul reddito delle persone fisiche, che varia in base al fatturato (dal 23% al 43%)
- IVA: imposta sul valore aggiunto al 22%
- IRAP: imposta regionale sulle attività produttive al 3,9%
- Addizionali IRPEF: imposta regionale che può ammontare all’1%
Le tasse per il regime ordinario sono sempre calcolate sul fatturato lordo al netto delle spese di gestione. Ad esempio, se nell’anno 2019 hai guadagnato 80.000 euro mai hai sostenuto 10.000 euro di costi di gestione, la tassazione viene calcolata su 70.000.
Passando alle tasse, l’IRPEF è pensata a scaglioni e la tassazione per la partita IVA può essere così sintetizzata:
- imposta al 23% per i redditi fino a 15.000 euro
- imposta al 27% per chi ha fatturato da 15.000 a 28.000 euro
- imposta al 38% da 28.000 a 55.000 euro
- imposta al 41% da 55.000 a 75.000
- imposta al 43% sopra i 75.000 euro
Per la tassazione della partita IVA in regime forfettario, invece, si paga un’unica imposta sostitutiva, che ammonta sempre al 15%. Il presupposto fondamentale per aderire al regime forfettario è di non superare il limite massimo annuale di fatturato, che ammonta attualmente a 65.000 euro.
Diversamente dal regime ordinario, però, l’imposta unica al 15% si calcola sul fatturato lordo a cui è stato detratto automaticamente un forfait di spese, indicato in percentuale. Tale forfait varia in base al codice ATECO, ovvero il numero che identifica l’attività svolta, come ad esempio architetto, elettricista, insegnante e così via.
Ad esempio, se il tuo codice ATECO di riferimento prevede un forfait sul 78% dell’imponibile, nel caso tu abbia guadagnato 30.000 euro nel 2019, l’imposta unica del 15% sarà calcolata su 23.400 euro.
Nel momento in cui dopo l’apertura di una partita IVA con regime forfettario si superi la quota massima di fatturato previsto, il passaggio al regime ordinario sarà obbligatorio. Non è detto però che un regime sia preferibile all’altro: nel caso delle attività che prevedono molte spese di gestione, può darsi sia preferibile il regime ordinario, nonostante la tassazione più elevata. Queste sono questioni che consigliamo di discutere con il commercialista che ti affiancherà poi per tutta la durata del tuo percorso imprenditoriale.
Tassazione della partita IVA: l’esempio di Torino
Ogni regione italiana ha un approccio diverso per aiutare chi per la prima volta si sta avvicinando al mondo dell’imprenditoria e vuole sapere come fare.
Il Comune di Torino, ad esempio, ha messo a disposizione diversi strumenti di approfondimento per aiutare i futuri imprenditori, in particolare con consulenze gratuite per i giovani under 35.
Soprattutto per chi non ha alcuna esperienza, c’è la possibilità di farsi assistere nel processo della formulazione dell’idea imprenditoriale, realizzare studi di fattibilità per tale idea e ovviamente valutare tanti altri piccoli e grandi dettagli, compresa la tassazione della partita IVA.
Inoltre, vale sempre la pena dare un’occhiata ai bandi di riferimento per la propria regione e per il comune di riferimento.
Per partire con il piede giusto, oltre a valutare imposte e costi di gestione fissi e variabili, è importante scegliere un commercialista che non solo possa fornire un servizio completo e all’avanguardia, ma anche offrire tariffe fisse, tutto compreso.
Per trovare quello che fa al caso tuo, ti consigliamo di confrontare diversi preventivi ma non di basarsi esclusivamente sul fattore economico.