L’Italia è un Paese che sta invecchiando abbastanza rapidamente. Aumentano gli anziani e diminuiscono le nascite. I giovani presenti sul territorio nazionale non riescono spesso a trovare un impiego che gli consenta di poter creare una famiglia ed essere autonomi pienamente. Ma, soprattutto, si sta verificando un netto calo di imprese e startup guidate da persone con un’età inferiore ai 35 anni.
Imprese gestite da giovani in calo: -6.6% rispetto al 2019
Ma cosa sta accadendo nello specifico nel settore dell’imprenditoria giovanile? Come detto in fase di introduzione, fino al 2019 il numero di aziende e startup fondate e gestite da giovanissimi imprenditori sotto i 35 anni era piuttosto importante. Già al 30 settembre 2022, però, si registravano circa 512 mila imprese di questo genere, ossia quasi 30 mila in meno rispetto a tre anni prima, un calo verticale ed inesorabile rappresentante un -6.6% in termini generali.
Una tendenza che è andata di pari passo con il calo demografico e della fondazione di aziende su suolo italiano in generale. Se, poi, dovessimo paragonare questi dati a quelli di oltre un decennio fa, ossia nel 2011, allora la questione sarebbe ancora più clamorosa, in quanto a quei tempi le aziende gestite da manager under 35 erano quasi 700 mila, ossia un’azienda su 10 apparteneva ad un giovane imprenditore.
Tra le province italiane che hanno fatto registrare le perdite più copiose in tal senso troviamo quella di Macerata (-20%), seguita da Isernia e Campobasso (-15.8%). Male anche Rovigo, che ha dovuto fare i conti con diverse difficoltà sul piano demografico, oltre che economico. Come si evince da questi dati, dunque, le maggiori problematiche sono state riscontrate al Centro-Sud del Paese, mentre al Nord non mancano le eccezioni in controtendenza.
Basti pensare a Bolzano, Trieste, Monza, Torino e Piacenza, province in cui le aziende nelle mani degli under 35 sono addirittura aumentate. Ma è un piccolo numero rispetto alle perdite nazionali.
Calo dell’imprenditoria giovanile: le cause
Ovviamente, nulla avviene per caso. Questo sensibile calo della presenza di aziende gestite da giovani imprenditori è dovuto ad una serie di concause non prescindibili le une dalle altre. Ma non bisogna cadere nell’errore di pensare che la prima ragione sia stato il periodo di Pandemia. Certo, le chiusure dovute al Covid-19 hanno portato, purtroppo, molte imprese a dover dichiarare bancarotta e a chiudere i battenti prima del previsto.
Ma questo calo era già in essere, come visto, nel corso del decennio precedente, partendo dal picco massimo di aziende del 2011, fino ad arrivare al 2022 con oltre 185 mila unità in meno. Molto più grave della Pandemia, in questo senso, è la diminuzione della propensione all’autoimprenditorialità.
Un fenomeno, quest’ultimo dovuto specialmente all’aumento dei costi per l’avvio e la gestione delle aziende in Italia. Soprattutto ora che l’inflazione ha fatto schizzare i prezzi alle stelle, dopo il lieve miglioramento di Marzo.
La spesa iniziale spaventa e non poco i possibili giovani imprenditori, i quali, nonostante i diversi incentivi messi a disposizione del governo per imprese e startup da fondare, non riescono molto spesso a trovare i fondi necessari per cominciare la propria avventura in questo campo. Tuttavia, nel caso in cui il problema sia la mancanza di fondi per avviare l’impresa, una soluzione potrebbe essere quella di richiedere un finanziamento.
In tal senso, alcune banche offrono la possibilità di ottenere finanziamenti specifici come il prestito giovani, ad esempio, così da riuscire a coprire eventuali esigenze finanziarie. Altro punto da considerare, poi, è quello della aggregazione tra colossi del settore imprenditoriale e della presenza di piattaforme globali sul mercato che impediscono ai giovani di entrare in concorrenza con loro attraverso la propria attività individuale, di commercio, di costruzione o ristorazione.
Infine, oltre al lato prettamente economico, esiste un’altra causa che sta impedendo agli under 35 di spiccare il volo nel mondo dell’imprenditoria: il costante invecchiamento del Paese.
Senza un vero ricambio generazionale, infatti, diverse aziende italiane sono destinate a scomparire nel nulla a causa del loro invecchiare insieme agli imprenditori, in quanto si parla per lo più di attività di famiglia. Si spera che dal prossimo anno la situazione possa trovare un punto di svolta, ma stavolta in positivo.